Provincia ladina, Colle fuori dal coro
Il sindaco Paolo Frena dice no alla proposta: «Non perdiamo di vista l’obiettivo della riunificazione con Bolzano»
Colle Santa Lucia, 29 ottobre 2007. Referendum per la richiesta di passare con l'Alto Adige. La consultazone pubblica, cha ha visto coinvolti i comuni ladini di Livinallongo e Colle Santa Lucia (assieme a Cortina), ha vidto lo schiacciante successo dei Sì, che in entrambi i comuni hanno vinto con oltre l'80 per cento dei voti
COLLE SANTA LUCIA. Il sindaco di Colle Santa Lucia Paolo Frena boccia l’idea della Provincia ladina. «L’obiettivo dei nostri tre comuni deve rimanere la riunificazione con la Provincia di Bolzano. Cortina e Livinallongo non mi hanno voluto alla guida della commissione che avrebbe dovuto portare avanti il referendum, ma sono ancora disponibile a scendere in campo».
La proposta avanzata dal sindaco di Canazei di istituire una provincia ladina formata dai 19 comuni intorno al Sella trova i primi ostacoli al suo interno ancora prima di essere discussa. Giovedì i primi cittadini dei tre comuni ladini storici bellunesi si troveranno proprio per discutere di questo. Ma se da una parte Grones e Ghedina si sono già detti entusiasti dell’idea, di tutt’altro avviso è il collega di Colle Santa Lucia. «Questa proposta rischia di farci perdere quello che è e deve rimanere il nostro obiettivo principale: perseguire la strada referendaria per la riunificazione con Bolzano. Il nostro del 2007 è stato un referendum unico e specifico, che ha avuto l’approvazione di una larga maggioranza delle popolazioni dei nostri tre comuni. Un risultato che ha consegnato a noi amministratori un compito unico e chiaro: portare a termine questa volontà. Ora noi non possiamo abbandonarlo per seguire un’altra strada». Secondo Frena chiedere di istituire una nuova provincia dopo che sono state svuotate di poteri e di fatto eliminate anche quelle esistenti «è un percorso difficile e praticamente inattuabile dal punto di vista istituzionale. I nostri comuni – spiega – hanno bisogno di far parte di una Regione e soprattutto di una Provincia forte ed autonoma come Bolzano. Una Provincia, ricordiamolo, nata da accordi internazionali, con poteri ed un’autonomia quindi, che mai la neo Provincia Ladina potrebbe vedersi attribuire. Questa potrebbe essere una soluzione alternativa, una strada da seguire solo nel caso non dovesse andare a buon fine l’iter del nostro referendum del 2007».
Iter che, a differenza di Sappada, non è neanche mai partito. Uno stallo per il quale Frena fa un “mea culpa” nel quale però tira dentro ed attribuisce responsabilità soprattutto ai vicini di casa. «È colpa nostra» ammette, «ma anche colpa del fatto che noi per primi, a differenza di Sappada, abbiamo abbandonato la battaglia. Qualche tempo fa – rivela – addirittura la stessa presidente dei Ladini d’Ampezzo Elsa Zardini ed il leader referendario Siro Bigontina mi hanno “consigliato” di lasciar perdere il prosieguo dell’iter referendario».
Ma non è tutto. «Mi ero reso disponibile a guidare la commissione intercomunale che avrebbe dovuto portare avanti il referendum» racconta ancora Frena, «ma anche qui a qualcuno evidentemente non andavo bene e sono stato escluso». Della commissione fanno parte due rappresentanti per comune. Alla sua costituzione fu eletto presidente l’ex assessore ampezzano Stefano Verocai con l’appoggio di Cortina e del rappresentante della lista di minoranza di Grones, Ilario Dariz. Uno “sgarbo” sul quale Frena è disposto ora a mettere una pietra sopra «per guidare le tre amministrazioni su questa specifica questione senza mettere in difficoltà nessuno. Bisogna avere una grande sensibilità ed una capacità di stare uniti e evitare le strumentalizzazioni soprattutto in questo momento dove la Regione Veneto e la Provincia di Belluno hanno deciso di indire un referendum per chiedere la rispettiva autonomia». Ed anche su questo tema Frena ha qualcosa da dire. «Ha sbagliato ma comprendo la posizione di Padrin da presidente della Provincia. Quello che non capisco è la posizione di Grones, che prima si è astenuto da consigliere provinciale sul voto “contro” Sappada ed ora critica proprio Padrin».
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