Provincia Ladina, i tre sindaci bellunesi pronti a muoversi
Cortina, Livinallongo e Colle ne discutono nei prossimi giorni. Ghedina: «Dagli attuali referendum non ci aspettiamo nulla»
Zaia sale a Belluno a presentare i progetti relativi al treno delle Dolomiti
CORTINA D’AMPEZZO. La proposta del Consiglio comunale di Canazei di riunificare i 19 Comuni della Ladinia in una provincia autonoma, aggregata al Trentino Alto Adige, o quantomeno di inserirli tutti in una delle due attuali Province, non è solo una provocazione del sindaco fassano Silvano Parmesani.
Il suo invito agli altri 18 Comuni di portare in discussione, nei rispetti consigli, l’ordine del giorno votato a Canazei, verrà preso in “seria considerazione” da Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia.
«Giovedì o venerdì – ci anticipa Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina – è in programma un incontro tra noi sindaci dei Comuni ladini bellunesi per fare il punto della situazione e decidere quali passi intraprendere in seguito all’ordine del giorno votato da Canazei».
Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, conferma che è in programma un incontro con Ghedina, lui stesso e Paolo Frena, sindaco di Colle Santa Lucia. «Non prenderemo in considerazione soltanto il documento votato a Canazei, ma valuteremo anche – spiega Grones – quale posizione tenere in merito ai referendum per l’autonomia della Provincia di Belluno e per l’autonomia del Veneto».
Ghedina mette subito le mani avanti al riguardo: «L’unico referendum che ci interessa è quello che abbiamo votato nel 2007 per il ritorno in Provincia di Bolzano. Autonomisti come siamo, noi ladini, è evidente che se decidiamo di recarci alle urne il 22 ottobre, la nostra espressione sarà per il sì. Ma ribadisco che non è da questi appuntamenti referendari che possiamo aspettarci la soluzione dei problemi della Ladinia».
È da anni che nel mondo ladino di Trento e Bolzano, ma anche di Belluno, si rincorre la prospettiva di un’unica rappresentanza amministrativa, quindi una Provincia. «È vero, ho dato un’accelerata – afferma il sindaco Parmesani di Canazei -, ma l’ho fatto perché ritengo che questo sia il momento giusto per discuterne. Siamo alla vigilia sia del voto della Camera su Sappada che di quello del Veneto e di Belluno per l’autonomia».
Un’accelerazione, quella di Parmesani, che ha colto di sorpresa tanti ambienti della Ladinia. «La Provincia autonoma della Ladinia è un obiettivo affascinante – evidenzia il sindaco di Cortina -. Non sarà una conquista così facile, ci vorrà tempo. Noi qui a Cortina siamo intanto impegnati, fino al 2021, a programmare e a realizzare i Mondiali di sci; questa è l’unica preoccupazione che oggi abbiamo. Vogliamo che faccia bella figura anzitutto Cortina e poi il Veneto e l’Italia. Anche perché ci danno una mano e di questo dobbiamo essere grati. Dopo i Mondiali vedremo come riprendere in mano il referendum del 2007 – continua Ghedina – e quali spazio ci saranno perché il nostro sogno si concretizzi».
In questi giorni, a Cortina, non si parla che di Sappada e della sua vocazione friulana. Ha sorpreso molti l’iniziativa del presidente della Provincia, Roberto Padrin, di ergersi a sentinella dell’unità provinciale. «Debbo essere sincero, non mi aspettavo una mossa come questa», dichiara Ghedina. Lui è una persona intelligente che anche io ho votato per la presidenza della Provincia. Però doveva portare rispetto alla scelta referendaria di Sappada; prima di dire di no ai sappadini doveva magari andare a trovarli. E la discussione con i promotori del referendum doveva essere la più approfondita e sincera». Secondo Ghedina a perdere oggi la faccia è chi, come Padrin, sta portando avanti la battaglia per l’autonomia del Bellunese. «Regione e Provincia – conclude il sindaco – devono riscoprire il massimo rispetto per le minoranze, che rappresentano una ricchezza».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video