Provincia paralizzata dal rientro
Colonne fin dal mattino. Intasamenti soprattutto all’entrata delle gallerie
BELLUNO.
Strade intasate e code di oltre 50 chilometri, automobilisti costretti a spegnere il motore o ad avanzare a passo d’uomo, durante il rientro dal ponte dell’Immacolata. Praticamente la provincia è rimasta bloccata per l’intera giornata per il grande traffico dei vacanzieri che tornavano a casa.
Le code.
Quattro pattuglie tra polizia stradale e carabinieri, 10 uomini dell’Anas e altri volontari della protezione civile hanno presidiato soprattutto il tratto di strada tra Tai e Longarone, posizionati all’ingresso delle gallerie.
Sì, perchè il punto debole della viabilità in provincia sono proprio le gallerie, come ci spiega il sostituto commissario della polstrada, Mario Iacomino. «Abbiamo ricevuto telefonate di mamme disperate che ci chiedevano, malgrado i nostri agenti fossero lì a invitarle a procedere dentro la galleria, se potevano entrare, se era sicuro. Una cosa che ha dell’incredibile», sottolinea il sostituto commissario rilevando che in questo modo si sono creati dei “tappi” in corrispondenza delle gallerie, che hanno allungato di mezz’ora (a dir poco) le attese.
Super lavoro per le forze dell’ordine.
Super lavoro per le forze dell’ordine impegnate a 360 gradi a dirigere il traffico, per evitare che si creassero problemi tra chi, scendendo dallo Zoldano, doveva immettersi a Longarone e chi scendendo dal Comelico, doveva introdursi sulla strada a Pieve. «Ci sono perfino dei carabinieri a Quattro Valli che stabiliscono le immissioni sulla strada principale per chi esce dall’albergo».
Problemi che sono continuati anche in serata suscitando le ire dei turisti che, dopo ore di code (alle 18 da Tai a Venas c’erano circa 200 camper fermi in coda) se la sono presa con la chiusura, stabilita per ordinanza, di vie ritenute “di fuga” come la Cavallera o le strade che tagliano attraverso i paesi più piccoli come Codissago. Ai disagi patiti dai turisti vanno aggiunti quelli dei bellunesi impossibilitati a muoversi dai loro paesi.
Sulle piste.
Il traffico e le code sulle strade, se da un lato hanno creato disagi per gli automobilisti, dall’altro hanno rivelato l’ottima partenza della stagione nelle Dolomiti bellunesi.
Ski Civetta.
«L’apertura è stata molto interessante», esordisce Italo Mazzoleni, promocommerciale dello Ski Civetta. «In questi quattro giorni abbiamo avuto sulle piste moltissima gente, non solo turisti pendolari, ma anche stanziali nelle case o negli alberghi. Un risultato degno delle migliori giornate invernali», commenta Mazzoleni che aggiunge: «Per quanto riguarda le biglietterie, c’è stato molto lavoro non solo per gli skipass giornalieri, ma anche per gli stagionali».
Falcade-San Pellegrino.
Contento Renzo Minella, responsabile del comprensorio Falcade-San Pellegrino: «E’ stato un buon week end, in linea con quello dello scorso anno, e abbiamo rivisto nei nostri turisti il piacere di sciare e la voglia di neve: alle casse è passata gente tranquilla, serena, felice. Possiamo dire di aver recuperato i vecchi clienti e acquisito dei nuovi». Ma Minella parla anche come presidente di Dolomiti Turismo: «La speranza è che faccia freddo, che nevichi, così da poter aprire le piste che sono rimaste chiuse finora. Poi dovremo fare i conti con il territorio, con le strutture alberghiere da rinnovare e mettere in linea con le richieste di mercato».
Il Consorzio Dolomiti.
«La partenza è stata più che buona e siamo soddisfatti. Come dice il proverbio “chi ben comincia è a metà dell’opera” ma speriamo che non sia tutto qua. Per questo, adesso, ci dobbiamo concentrare sulle settimane bianche». Parola di Virginio Piccin, presidente del Consorzio Dolomiti.
Piste affollate, seconde case aperte, alberghi pieni: il ponte dell’Immacolata si conferma un ottimo banco di prova per la stagione sciistica invernale bellunese. «C’è ancora l’entusiasmo di venire sulle nostre montagne e lo dimostrano i numeri», prosegue Piccin.
«L’altro giorno in Faloria, mi hanno riferito, alcuni turisti sono dovuti tornare indietro con gli sci perchè le piste erano piene. Succede anche questo in queste giornate. Alla gente», agiunge Piccin, «alla fine, non interessa la settimana a 99 euro come hanno fatto i nostri vicini. Noi continuiamo nel nostro durissimo lavoro, facciamo cose meno eclatanti, ma che danno ugualmente dei risultati».
Il presidente del Consorzio Dolomiti, però, non si adagia. Anzi, guarda avanti. «La sfida che ci attende sono le settimane bianche. Il Natale non ci preoccupa più di tanto, perchè è sempre stato degli italiani. Quello su cui invece dobbiamo lavorare è vedere se i contatti che abbiamo stabilito in questi mesi, soprattutto all’esterno, daranno risultati. Dobbiamo far venire gli stranieri: per questo abbiamo seminato, insieme con la Regione, nei mesi scorsi. Fra poco verrà il momento di raccogliere».
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