Provincia, scelti i sindaci che faranno la trattativa

Ma i tempi sono sempre più ristretti e ci sono pressioni per eleggere il consiglio entro la metà del mese il nuovo assetto oppure il rinvio di tutto a novembre
Elezioni provinciali 2014.
Elezioni provinciali 2014.
BELLUNO. Cinque sindaci per ridisegnare gli equilibri provinciali. Accanto ai nomi di Jacopo Massaro (Belluno) e Paolo Perenzin (Feltre), ci sarà il contributo dei primi cittadini di San Gregorio nelle Alpi, Mirco Badole; di Livinallongo, Leandro Grones e di San Vito di Cadore, Franco De Bon, l’unico ancora in sospeso e che dovrebbe essere confermato oggi durante la riunione sul Treno delle Dolomiti.


Il loro non sarà un lavoro semplice, soprattutto perché i cinque hanno solo pochi giorni di lavoro a disposizione. La ricerca del candidato perfetto alla presidenza della Provincia, infatti, va conclusa entro metà agosto, per dare poi il tempo di mettere tutti d’accordo, raccogliere le firme e presentare ufficialmente la candidatura entro il 21 agosto, data ultima per votare il 10 settembre. Un’impresa complessa, soprattutto se l’assetto politico dovesse essere modificato rispetto all’accordo di tre anni fa, quando si stabilì che il presidente di Palazzo Piloni doveva essere un sindaco di centrosinistra. Se a raccogliere il più ampio consenso possibile fosse, invece, un sindaco di centrodestra, bisognerebbe rivedere quantomeno la guida del Consorzio Bim.


C’è poi la questione consiglio. In teoria a fine settembre l’elezione (di secondo grado) riguarda solo il nuovo presidente, ma c’è chi insiste per tornare al voto anche del consiglio provinciale, che attualmente conta 8 consiglieri su 10 e non può integrare i due mancanti perché la lista dei sindaci è esaurita. Per estendere l’elezione al consiglio, però, dovrebbero dimettersi almeno sei consiglieri, visto che non sono in scadenza. Considerando che ogni Comune pesa diversamente e che ogni area va rappresentata, la trattativa per trovare un equilibrio anche in consiglio si allungherebbe ulteriormente.


Insomma, il “rischio” che il voto per la provincia slitti a novembre è concreto, ma prima di mandare tutto in proroga il gruppo dei volontari della trattativa proveranno a un’intesa e questo significa che da qui a Ferragosto le consultazioni saranno febbrili. Nel frattempo il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, ieri si è confrontato anche con il Bard e con Roger De Menech del Partito democratico, dopo che mercoledì aveva visto la Lega Nord. Il messaggio è sempre lo stesso: «Cerchiamo un accordo istituzionale più ampio possibile, allo scopo di fronteggiare la debolezza strutturale della nostra provincia, immaginando un assetto complessivo».


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