Provincia spaccata c’è una nuova lista alternativa ai saggi

Approvato ieri un programma da sottoporre ai sindaci Ma nasce il Comitato Belluno-Dolomiti di Buzzo e Ciotti
Di Gigi Sosso

BELLUNO. Un programma per la Provincia. Ma condiviso o no? Perché tira un’aria devastante di spaccatura. I dieci saggi sarebbero sempre più incamminati verso palazzo Piloni, ufficio occupato dal commissario straordinario Vittorio Capocelli. Nella riunione cittadina di ieri mattina, hanno scritto e approvato le proposte da sottoporre all’assemblea dei sindaci di martedì prossimo, alle 17, alla sala Bianchi. Ma intanto spunta una lista alternativa a quella unica, di cui si stava dialogando da tempo, anche con le categorie economiche: c’è stato un incontro parallelo, che sarebbe stato organizzato a Sedico. Il comitato si chiama Belluno-Dolomiti e la comunicazione via mail arriva da Alessandra Buzzo, il sindaco di Santo Stefano. Alle sue spalle, il Bard movimento Belluno autonoma regione Dolomiti?

Il lavoro dei saggi. La squadra capitanata dal primo cittadino di Belluno, Jacopo Massaro aveva intuito qualcosa, ma non sapeva di preciso cosa stesse succedendo. Una sorpresa questa fronda: «Niente d’illegale, ma a suo tempo nessuno aveva sollevato problemi, di fronte al fatto che l’orientamento era quello di allestire una lista unica. A distanza di giorni, scopriamo di non essere più d’accordo e dobbiamo prendere atto del fatto che qualcuno preferisce frammentare, invece che unire. Noi abbiamo approvato un documento complesso, con una parte introduttiva, che comprende aspetti politici e tecnici e una seconda con sette-otto punti, che vanno dal turismo alla viabilità e alla gestione dei fondi europei. Abbiamo già individuato priorità e azioni da fare, in un progetto concreto. Per il resto, è confermato il criterio di rappresentatività, con cinque rappresentanti della parte alta della provincia e altrettanti della bassa».

La nuova lista. Il testo lascia poco spazio alle interpretazioni: «Un gruppo di amministratori di appartenenza trasversale, aperti alla partecipazione attiva, e rappresentanti il territorio della Provincia di Belluno si è riunito oggi nel capoluogo assumendo con responsabilità la decisione di costituire una lista per le prossime elezioni provinciali. Si tratta di amministratori ai quali sta a cuore il territorio e che sono estranei alle logiche di spartizione del potere e hanno pertanto elaborato per dare un futuro alla Provincia un programma elettorale basato su cinque assi strategici». Presto per sapere quali sono. Insieme a Buzzo, ci potrebbe essere Maria Antonia Ciotti di Pieve.

Le prime reazioni. Tra i saggi e dintorni, sconcerto: «Dobbiamo prendere atto di quello che accade», allarga le braccia Daniela Larese Filon di Auronzo, «ma gli accordi non erano questi». A Forno, Camillo De Pellegrin la prende con filosofia: «Il bello della politica: lavori a un progetto comune e spunta qualcun altro». Fuori dai giochi Luca De Carlo di Calalzo: «Non credo all’ente e non mi aspetto niente neanche dal Bim. Vorrei un voto popolare. Per me, c’è anche la Cgil dietro alla lista alternativa».

Scadenze e candidati. Le liste vanno presentate tra il 21 e il 22. Voteranno in 728 tra sindaci e consiglieri comunali il 12 ottobre. Il giorno dopo lo scrutinio. In corsa Buzzo, Padrin, Malacarne, Manfreda, Larese Filon, Da Roit e Grones.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi