Provincia verso il dissesto finanziario

La speranza di ottenere risorse straordinarie c’è ancora, ma il commisario si sta preparando per metà marzo

BELLUNO. L’ente Provincia si sta preparando all’eventualità di dover dichiarate lo stato di dissesto finanziario. Appare sempre più complicata la situazione dei conti di Palazzo Piloni, guidata da un commissario prefettizio dal novembre scorso. I problemi, iniziati già lo scorso anno dopo i primi potenti tagli ai trasferimenti statali, si sono aggravati da tagli ulteriori, in parte applicati e in parte ancora solo annunciati. In questo momento la Provincia non è in grado di stimare con precisione le risorse mancanti, perché il governo deve ancora definire i trasferimenti nel dettaglio, ma una prima valutazione sommaria calcola in 16 milioni di euro il “buco” derivante dai tagli lineari.

In mancanza di stanziamenti straordinari da parte dello Stato, la dichiarazione di dissesto finanziario diventa atto obbligatorio, al quale la squadra guidata dal commissario Vittorio Capocelli non potrà sottrarsi. Ovviamente si tratterebbe di un evento clamoroso, perché non esiste precedente in Italia di ente locale in stato di dissesto finanziario, per ragioni diverse dall’indebitamento. Se lo Stato non dovesse agire, infatti, la Provincia non avrà tanto il problema di far fronte ai creditori per somme esigibili; ma non sarà in grado di garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, perché non avrà i soldi a bilancio necessari. Dalle strade al trasporto pubblico, dalle scuole al turismo, le materie di competenza della Provincia si stanno svuotando di risorse trasferite da Stato e Regione e Palazzo Piloni non è in grado di sopravvivere da solo, perché le entrate proprie sono legate principalmente al parco auto circolante, al mercato dell’auto e in parte ai grandi consumi di energia. Tutte voci che in periodo di crisi vanno al ribasso e comunque insufficienti a coprire i costi di un ente che è storicamente uno dei più “assistiti” d’Italia, ovvero sta in piedi grazie ai trasferimenti e non alla propria autonomia tributaria.

Il commissario Capocelli da tempo ha scritto al ministro dell’interno che ha ricevuto anche una relazione dettagliata sullo stato finanziario della Provincia da parte della Prefettura. Ma non è arrivata risposta. L’auspicio è che il governo decida di rivedere il criterio dei tagli, evitando di togliere a tutti la stessa percentuale di trasferimenti (fatto che penalizza le Province con poca popolazione come la nostra), oppure che venga emesso uno stanziamento straordinario a copertura della cifra mancante.

Si tratta delle stesse speranze nutrite lo scorso anno, ai tempi dell’amministrazione Bottacin, che però non ottenne nè l’uno nè l’altro e riuscì a chiudere il bilancio solo con una serie di sacrifici pesanti, prevedendo la vendita di tutte le società partecipate e di alcuni immobili, ma soprattutto grazie al sostegno della Regione. Anche il commissario e la sua squadra sanno che sarà difficile ottenere più soldi, visto che il governo Monti ha già decretato la fine delle Province per l’anno prossimo.

Palazzo Piloni deciderà cosa fare entro un mese, pianificando la dichiarazione di dissesto finanziario per fine marzo.

I primi atti, al momento prudenziali ma chiari, sono già stati fatti, con la scelta di ritirare la Provincia da sei bandi Interreg dei quali era leader partner. I bandi scadono a fine febbraio, ma i partner privati e pubblici sono già stati informati e stanno provvedendo per cercare altri enti pubblici disponibili a fare da capofila per ottenere la massima percentuale del contributo europeo (può arrivare al 100%). Dopo la dichiarazione di dissesto, infatti, l’ente non potrebbe più svolgere le funzioni previste dagli Interreg e quindi ha preferito ritirarsi subito. I bandi riguardano il turismo, l’energia (verrà chiuso lo sportello energia), i giovani e il sociale. In alcuni bandi altri enti si sostituiranno alla Provincia.

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