Provinciali, M5S partecipa al voto
BELLUNO. Non si tratta di un atto di ribellione al “capo”, quanto di mantenere gli impegni con la base. Oggi i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle andranno a Palazzo Piloni per partecipare all’elezione del nuovo consiglio provinciale, nonostante le indicazioni giunte dal Blog di Beppe Grillo e soprattutto il tweet di Luigi Di Maio. «Dovevano abolirle e sono ancora tra noi. M5S non si candida e non vota alle provinciali», ha scritto il vicepresidente della Camera venerdì pomeriggio su Twitter, seguendo un ragionamento che nessuno contesta, ma che giunge in netto ritardo.
A Belluno l’appuntamento per il rinnovo del consiglio di Palazzo Piloni è per oggi, ma i consiglieri comunali eletti nei vari comuni della provincia sotto il simbolo del M5S, hanno lavorato a lungo per raggiungere una posizione e adesso, tornare indietro, sarebbe poco corretto verso gli attivisti. «Ne abbiamo discusso a lungo», spiega il consigliere di Belluno Sergio Marchese, «all’interno di incontri con la base organizzati in varie località della provincia e la base ci ha chiesto di andare a votare. Anch’io ero per l’astensione, perché ritengo che l’ente Provincia così com’è diventato sia inutile, ma se tradissimo l’indicazione della base faremmo quello che abbiamo sempre criticato degli altri partiti, cioè seguire ordini di scuderia non discussi e non decisi insieme».
Il post di Di Maio, dunque, è piombato sulla testa dei portavoce pentastellati a poche ore dal voto e senza un minimo di confronto, ma soprattutto senza tenere in considerazione le indicazioni della base.
«La base ci ha chiesto di andare a votare», conferma Marchese, «allo scopo di poter chiedere la collaborazione degli eletti e poter partecipare alle battaglie che rivestono importanza per il territorio. È vero che le Province sono diventate un poltronificio in molte zone, ma qui si può ancora incidere. Noi usciremo dalla logica spartitoria evitando di concentrare i voti su una sola persona, ma indirizzandoli sui candidati che ci piacciono di più, allo scopo di costruire un percorso informato su tutti gli atti della Provincia. Insomma: splitteremo più d’uno».
Andare contro gli ordini, dunque, si può, soprattutto quando non si hanno ambizioni romane. (i.a.)
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