Pulito e sistemato il sentiero che sale al Cól de San Lugan

TAIBON
«Ora illuminiamo la grotta affinché sia visibile anche da Agordo». Pensano già al futuro i volontari della sezione agordina del Cai e dei gruppi Piódeck e “I Castellani” di Taibon che domenica hanno ripulito e sistemato il sentiero che porta in uno dei luoghi più suggestivi e famosi delle Dolomiti della conca agordina: il Cól de San Lugan ovvero la grotta dove San Lucano si ritirò a vivere nel V secolo.
Ci si arriva partendo da Col di Prà, in fondo alla valle che ha preso il nome proprio dal santo: salendo, in un’ora e mezza circa si arriva, passando per la località di Pónt, al Pónt de la Pita. Da qui si svolta a sinistra e, dopo un’altra ora di cammino, si giunge a destinazione. Più o meno la strada che, nella prima metà del V secolo, San Lucano, “l’apostolo delle Dolomiti” , percorreva per raggiungere la grotta che aveva eletto a dimora dopo aver lasciato Sabiona (l’attuale Chiusa, in Alto Adige, la diocesi di cui era vescovo). Qui, secondo il racconto che mescola storia e leggenda, egli visse da eremita anche con la presenza della Beata Vazza, una ragazza che incontrò a Listolade.
Il posto è oggi molto frequentato anche in virtù dei recenti servizi televisivi che lo hanno messo in risalto.
«Era davvero necessario intervenire», spiega Fulvio Del Din, uno dei volontari che domenica hanno effettuato l’opera di pulizia, «solo sabato ho incontrato una decina di persone che salivano. Purtroppo questa zona era stata colpita prima dalla tromba d’aria di 5-6 anni fa e poi da Vaia: ciò ha provocato la caduta degli alberi sulsentiero, che perciò era stato deviato».
I volontari del Cai, del Piódeck e de “I Castellani” si sono muniti di motoseghe, roncole, pale e picconi e hanno dedicato la giornata al sentiero.
« Abbiamo rimosso gli alberi che ostacolavano il percorso», dice Del Din, « ma abbiamo anche sistemato il sentiero stesso che in alcuni tratti era malmesso. Ora il cammino è libero e più agevole. Abbiamo rimesso le corde fisse che le slavine avevano allentato e staccato, in modo che si possa tornare a procedere in sicurezza. Inoltre abbiamo anche posizionato delle tabelle per indicare la via per arrivare ai 1750 metri nella zona di Cima dei Balconi».
Da qui si può ammirare un panorama mozzafiato su tutta la Valle di San Lucano.
«Proprio domenica», dice Del Din, «ci è venuta un’idea per il futuro: quella di posizionare un piccolo pannello fotovoltaico che alimenti delle luci da posizionare sull’arco della grotta contenente un capitello in modo che essa, di notte, possa essere visibile anche da Agordo».
La voglia dei volontari locali di tenere in ordine il territorio e di garantire sicurezza e comodità agli escursionisti, valligiani o turisti che siano, non finisce mai. Sempre loro due settimane fa hanno ripulito il sentiero che porta in Val di Gardés per facilitare il transito delle pecore e l’anno scorso avevano sistemato un altro percorso: “en scurtón” che, sopra capanna Trieste, in Val Corpassa, permette di raggiungere più in fretta il rifugio Vazzoler senza doversi sobbarcare la Mussaia. —
Gianni Santomaso
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