«Punto di rottura ormai vicino»

I primi cittadini critici col sistema bancario. «Siamo sotto scacco, ora basta»

BELLUNO. «Nutriamo grandi speranze sull’azione di oggi (ieri per chi legge, ndr), perché le banche devono capire che hanno degli obblighi verso la collettività e devono aprire le linee di credito necessarie per far ripartire lo stabilimento di Mel. Farlo chiudere sarebbe un danno non solo per l’Acc, ma per l’intero territorio e anche per le stesse banche».

I sindaci della Valbelluna concordano col primo cittadino di Mel, Stefano Cesa, che ieri si è fatto portavoce delle aspettative dei 17 amministratori che rappresentano altrettanti territorio da cui partono ogni giorno i lavoratori dell’ex Zanussi.

Ieri alla manifestazione c’erano ben 11 amministratori: i sindaci di Lamon, Mel, Cesiomaggiore, Feltre e Sedico, gli assessori di Limana, Trichiana, Sospirolo, Santa Giustina e Lentiai, la consigliera di Belluno Buttignon. Hanno sfilato coi lavoratori, si sono fatti portavoci delle loro aspettative, che sono quelle di un intero territorio. «Da Lamon partono una decina di lavoratori dell’Acc, perdere i posti di lavoro significherebbe compromettere gli interessi del territorio», ha ribadito Vania Malacarne parlando con Unicredit. A sottolineare come Acc faccia parte del tessuto produttivo del Bellunese anche Paolo Perenzin sindaco di Feltre. «Se le banche non scioglieranno la riserva, i cittadini si ricorderanno di questo. Ognuno deve fare la sua parte in questa partita».

Critico con il sistema bancario il sindaco di Cesiomaggiore, Michele Balen: «Dispiace che non ci sia stata disponibilità di alcune banche, come Unicredit a confrontarsi. Il punto di rottura col territorio è ormai vicino, se la risposta dovesse essere negativa, dirò io stesso ai miei concittadini di togliere i conti correnti da questi istituti. Noi oggi siamo qui come funzionari dello Stato per fare gli interessi della collettività. Bisogna uscire da questo sistema, perché siamo sotto scacco della finanza». (p.d.a.)

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