Quad in Val Biois gli albergatori difendono il raduno

Falcade, il vicepresidente De Pellegrini ribatte a Mw «L’evento porterà clienti alle strutture turistiche»

FALCADE. «Non crediamo che l’evento di un giorno possa sconvolgere l’ecosistema. I problemi sono ben altri ed è facile sparare nel mucchio senza essere addetti ai lavori».

L’associazione Albergatori ristoratori e rifugi della Val del Biois è favorevole al raduno “Quad in quota” che si svolgerà al San Pellegrino i prossimi 10 e 11 giugno, ma che nei giorni scorsi ha sollevato le critiche degli ambientalisti di Mountain Wilderness, che hanno stigmatizzato come “eccessivo” il raduno di mezzi a motore in quota.

«Siamo favorevoli - è però la posizione di Erwin De Pellegrini, vicepresidente degli albergatori - perché è una manifestazione che porta clienti in parte alle nostre strutture, che fa iniziare la stagione in anticipo dopo aver visto scemare negli anni vari eventi che si svolgevano a giugno». Per l’associazione locale il turismo deve avere varie opportunità e deve esserci il sostegno a manifestazioni ed eventi, sempre nel pieno rispetto delle regole e dell’ambiente.

«Vogliamo smorzare le polemiche con gli ambientalisti di Mountain Wilderness - dice De Pellegrini - perché sappiamo il lavoro e la passione che gli organizzatori dell’evento hanno messo nella ricerca del dialogo e delle autorizzazioni con i vari enti pubblici».

«Il percorso del raduno - prosegue De Pellegrini - prevede il transito su strade silvo-pastorali costruite per l’accesso al bosco, ma utili anche per altre attività turistiche e non solo. Strade che si prestano comunque al transito dei quad in maniera regolamentata, contingentata e per limitati giorni nell’arco dell’anno e che necessitano di una costante manutenzione che, però, è sempre difficile da effettuare per mancanza di risorse. Il compito tocca spesso al volontariato come nel caso del raduno».

Per gli albergatori il problema non sarebbe nel raduno di un giorno, che gli ambientalisti contestano per il disturbo ai selvatici e i danni al cotico erboso. «La montagna “vive” - dicono gli albergatori - se viene vissuta, “vive” se viene curata, “vive” se vogliamo conoscerla, ma soprattutto “vive” di turismo. Il vero problema da affrontare è lo spopolamento della montagna veneta. Solo chi lavora di turismo e vive la montagna 365 giorni all’anno ha tutto l’interesse a salvaguardare l’ambiente, conoscendolo e valorizzandolo, ma soprattutto rispettandolo. Per questo rimarchiamo la necessità di un connubio tra eventi, ambiente e turismo che promuova le nostre montagne, nel possibile rispetto dell’ecosistema e di chi ci vive e ci lavora».

Gianni Santomaso

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