Qualità idrica, laghi appena sufficienti
BELLUNO. Se i fiumi della provincia di Belluno godono di buona, anzi eccellente salute, lo stesso non si può dire per alcuni dei suoi laghi. La classificazione dei corsi d’acqua è stata redatta dall’Arpa Veneto relativamente all’anno 2013 in base a parametri imposti dalla Direttiva Europea 2000/60/Ce recepita dall’Italia nel 2006. «È una direttiva che ha comportato profondi cambiamenti nel sistema di monitoraggio e classificazione delle acque superficiali, divise in cinque classi di qualità: cattiva, scarsa, sufficiente, buona ed elevata», precisa il direttore dell’Arpav di Belluno, Rodolfo Bassan. «Obiettivo della norma è far sì che tutti i corsi d’acqua entro il 22 dicembre 2015 siano buoni o eccellenti».
Fiumi e torrenti. «I fiumi e torrenti che controlliamo come Arpav», illustra Bassan, «per gran parte hanno una qualità buona, altri ce l’hanno elevata come il Bordina, Caorame, Fiorentina, Londo e Tesa. Alcuni sono qualitativamente buoni per tutto il loro corso come il Cismon, Cordevole e Rai; mentre altri lo sono solo in alcuni tratti come il Piave e il Colmeda. L’unico corso d’acqua “sufficiente” è il Mis».
Su questi fiumi viene eseguito anche un piano di controllo per la vita dei pesci.
«Ci sono tre situazioni: adeguati alla vita dei salmonidi e quindi alta qualità dell’acqua; dei ciprinidi (qualità media); e bassa qualità. Tutti i nostri torrenti, tranne alcuni tratti del Cordevole, sono adatti ai salmonidi cioè di alta qualità», conferma Bassan.
Laghi. Un altro discorso meritano i laghi. «La situazione è più complessa ma meno rassicurante, anche se dei tanti bacini lacustri che abbiamo sono controllati soltanto sette: Misurina, Corlo, Santa Croce, Alleghe, Centro Cadore, Mis, Santa Caterina (Auronzo)», spiega il direttore dell’Arpav. Ma se per il lago di Misurina, di Auronzo, Alleghe e Santa Croce la qualità è buona, quindi a norma rispetto a quanto imposto dall’Europa, gli altri tre sono “sufficienti” e su questi sarà necessario uno sforzo congiunto anche da parte delle amministrazioni per metterli a regola. Il più delle volte la qualità dei bacini lacustri è influenzata dalla presenza di materiale in sospensione che determina una diminuzione della trasparenza».
Per quanto riguarda lo stato chimico si sono trovati valori sopra il limite di quantificazione, ma entro il limite di legge di naftalene, cadmio, nichel e piombo. «Sui laghi appena sufficienti», prosegue Bassan, «vanno fatti, per riportarli a norma, controlli sugli scarichi e sui sistemi di depurazione, ma si deve valutare anche l'importanza della componente naturale che può essere determinante. Ad esempio, gli eventi piovosi creano situazioni anomale a livello fognario ed erosivo che vanno ad incidere poi sulla torbidità che aumenta rendendo il giudizio non consono alla norma».
Sul lago del Centro Cadore pende ancora un giudizio sufficiente «perché spesso fa da sedimentatore aumentando la sua torbidità». Problemi anche per il lago del Mis e del Corlo. «Per questi ultimi tre bacini lacustri le condizioni non sono critiche, ma non siamo certo allineati con la direttiva europea. I sindaci quindi dovranno intervenire per migliorare il giudizio. Servono depuratori, migliorie, piccoli accorgimenti. D’altra parte le piogge battenti incidono non poco sullo stato dei laghi». (p.d.a.)
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