Quaranta bellunesi nell’inferno di neve
BELLUNO. Elicotteri, camion e fuoristrada: la carovana della solidarietà bellunese si è messa nuovamente in moto per raggiungere le aree del centro Italia martoriate da maltempo e terremoto. Coordinati dall’assessore regionale Gianpaolo Bottacin e dell’ingegner Luca Soppelsa, sono un centinaio i volontari della Protezione civile regionale già in azione nelle Marche, tra Visso, Fiastra, Camerino, Montemonaco e Bolognola.
«Dal Bellunese e dal Centro regionale di Protezione civile», sottolinea Bottacin, «sono già partite tre squadre di spalatori esperti per tetti, oltre a due gatti delle nevi, un quad cingolato, frese, trattori stradale, quattro turbine da neve, fuoristrada e mezzi spargisale. In tutto i bellunesi scesi tra Marche e Abruzzo sono una quarantina: oltre ai 15 uomini del Cnsas, ci sono tre volontari di Voltago, quattro del gruppo Antelao, cinque di Auronzo, due di Rocca Pietore e quattro operatori di Veneto Strade muniti di fresa».
Trentuno gli uomini del Soccorso alpino (15 i bellunesi) partiti ieri mattina alla volta del Centro Italia. Squadre specializzate per la ricerca di persone travolte da valanga e per il soccorso di comunità isolate dalla neve; uomini dotati del più classico equipaggiamento invernale: sonda, pala, arva, recco e sacco a pelo.
Alle 12.30 il primo elicottero era già arrivato a destinazione: «Sul totale delle persone che abbiamo messo in campo», sottolinea Alex Barattin, delegato provinciale del Cnsas, «otto hanno raggiunto la provincia di Pescara a bordo degli elicotteri della Protezione civile, gli altri sono invece scesi a bordo di camion e mezzi 4x4: con loro un pick-up, due quad, una motoslitta, più un gatto delle nevi dell’Unione Montana Centro Cadore».
La squadra con il gatto delle nevi messo a disposizione dall'Unità montana di Pieve di Cadore e un quad hanno raggiunto in serata Pescara e da lì sarà inviata in un paesino isolato da domenica. Otto soccorritori, assieme ai colleghi piemontesi, hanno dato il cambio a quanti da ieri mattina si trovavano a Farindola, per cercare le persone disperse dopo la caduta della valanga che ha investito l'Hotel Rigopiano. Altre squadre, assieme ai soccorritori lombardi, in serata erano intente, invece, ad aprirsi un varco sulla strada che conduce a Valle Castellana, un migliaio di abitanti, ma il rischio di valanghe dai versanti che costeggiano il percorso e l'alto spessore della neve hanno rallentato l'avanzata dei mezzi con le catene. Un altro gruppo di soccorritori, è stato destinato nei territori del comune di Montorio al Vomano, dove non c'è copertura telefonica, mentre altri potrebbero essere dirottati nei borghi attorno a Teramo, che da giorni non sono raggiungibili. «Gli obiettivi», spiega Barattin, «sono ripristinare un minimo di accesso viario e verificare le condizioni dei residenti per poi poter provvedere alla consegna di medicinali e generi di prima necessità».
«La situazione è critica», aggiunge Fabio Rufus Bristot, delegato nazionale del Cnsas, «da tutto il Nord Italia e anche da Emilia Romagna sono scesi uomini dotati di arva, sonde e mezzi cingolati. Tutti sono diretti verso il tristemente noto hotel Rigopiano, ma non è semplice raggiungere la zona. Pensate che la fresa dei vigili, chiamata a liberare la strada, si è rotta per colpa dei rami sepolti dalla neve. Molti sono andati avanti con gli sci, ma affondavano fino al ginocchio».
«Siamo vicini agli abitanti delle aree martoriate del Centro Italia e non li lasceremo soli nemmeno questa volta», conclude Bottacin. «Conosciamo bene la prostrazione e lo sconforto causato dalle grandi calamità naturali, e in particolare dalle imponenti nevicate, mettiamo quindi a disposizione tutta l’esperienza della nostra macchina regionale e la competenza del Soccorso alpino per accorrere in aiuto di vittime e dispersi e alleviare le difficoltà delle comunità rimaste isolate. Mi riferiscono difficoltà logistiche inimmaginabili, con paesi e borghi isolati dalla neve».
Francesco Saltini
Martina Reolon
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi