Quattro corsie di auto, centro sotto assedio

Due file in divieto di sosta, due in transito. Nella via dello shopping smog e infrazioni
FELTRE. C’è un tasto rosso al centro del cruscotto, è quello che aziona le quattro frecce. Sosta d’emergenza. Servirebbe in caso di guasto o in situazioni critiche. Invece funziona più o meno come quando si scrive “torno subito” su un cartello. I feltrini lo hanno riscoperto nelle ultime settimane, complice la misteriosa latitanza dei vigili nelle strade del centro. La nuova-vecchia viabilità, riesumata dal nuovo-vecchio sindaco Vaccari, ha trasformato la via dello shopping in una zona di parcheggio selvaggio. E’ la strada delle libertà, dove ognuno fa un po’ come gli pare.


 Dove prima c’era una corsia, ora ce ne sono due, anzi quattro. Fila di auto in sosta d’emergenza su un lato e sull’altro, spesso e volentieri con due ruote sul marciapiede, e auto in transito costrette a scartare verso il centro della carreggiata, cavalcando il limite invalicabile della striscia continua.

 Funziona così, adesso. L’unico divieto rimasto è quello di stupirsi: bastava poco per immaginare che non potesse finire diversamente. In tre settimane via XXXI Ottobre e largo Castaldi hanno perso perfino la parvenza (nulla di più) di strada pedonale e commerciale, dove rilassarsi guardando le vetrine, per ritornare al loro status di passante-scorciatoia. Il percorso più breve da un punto a qualsiasi altro della città.

 Comodo, certo. Ma l’estetica, la salute dei cittadini, perfino il codice della strada: quelle sono altre questioni.


 I dati di fatto sono tre. Uno: il numero di auto che attraversa il centro si è quasi raddoppiato, in misura matematicamente proporzionale al raddoppio dei sensi di marcia. Due: i parcheggi per la sosta breve non esistono più. Non c’erano neanche prima, a onor del vero. Ma se allora era possibile fermarsi senza intralciare il traffico, ora esistono soltanto due possibilità: pigiare il tasto rosso del triangolo e inchiodarsi in mezzo alla strada (di fronte alla farmacia, al tabaccaio, al bar, al negozio di calze, alla libreria...) oppure invadere quel poco di spazio rimasto per i pedoni. Basta un appostamento di dieci minuti per assistere al triste spettacolo di mamme con passeggino costrette a scartare le auto in sosta sul marciapiede e a portare il bebè a spasso per il centro della strada, a pochi centimetri dai tubi di scarico. Terzo dato di fatto: i commercianti non ci hanno guadagnato. E infatti tra loro è già partita una raccolta di firme per ritornare al passato-meno-passato, ossia alla tanto contestata soluzione Brambilla: un solo senso di marcia e parcheggi a sosta breve nell’altra.


 Il finale è tutto da scrivere. Ma un dietrofront di Vaccari è impensabile, a meno che non sia una rivolta popolare a chiederlo. E di isola pedonale non se ne parla più.


 Intanto le polveri sottili restano in agguato (valori alti, anche in questi giorni, pur senza sforamenti del limite di 50 microgrammi per metro cubo si sono superati i 35) e c’è anche un altro veleno mortale nell’aria, il benzopirene, del quale Feltre detiene il record regionale. Ma nella strada delle libertà di salute non ne parla nessuno.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi