Quattro giorni di ricerche ma di Lavina non c’è traccia
MEL. Ancora nessuna traccia di Giovanni Lavina. Dopo quattro giorni di ricerche non si è ancora riusciti a far luce sulla scomparsa del 55enne di Tambre, del quale non si hanno più notizie da venerdì mattina, quando si era allontanato dalla propria abitazione a bordo della sua auto. Veicolo rinvenuto sabato, parcheggiato a Cordellon di Mel.
Una trentina, oltre ai carabinieri, i soccorritori (tra vigili del fuoco e volontari del Soccorso alpino) impegnati nei pattugliamenti a tappeto delle aree circostanti il luogo dove è stata ritrovata la vettura, contemporaneamente ai colleghi impegnati nell’area prealpina trevigiana tra Revine Lago e Valdobbiadene. Le operazioni di pattugliamento (proseguite fino al calar della sera) si sono concentrate in punti mirati indicati dalle unità cinofile già nel corso della giornata di lunedì, nella Val Fontane, luogo dove alcuni operai di una ditta boschiva hanno riferito di aver visto un uomo corrispondente alla descrizione, sabato mattina, attorno alle 10.
Il territorio è stato suddiviso in cinque zone affidate ad altrettante squadre di soccorritori del Cnsas (con volontari delle stazioni di Belluno, Prealpi Trevigiane, Feltre, Longarone e Alpago), dei pompieri e del Corpo forestale, che hanno nuovamente setacciato boschi e pendii, percorso sentieri e strade bianche, controllando bivacchi e casere: tutti luoghi dove Lavina potrebbe essere transitato. Un cane di razza bloodhound e il suo conduttore del Corpo forestale dello Stato hanno inoltre perlustrato, assieme a una squadra di soccorritori, la testa della vallata, mentre tre tecnici forristi del Soccorso alpino si sono calati lungo la gola del Fontane, affluente del torrente Rimonta, che era stato perlustrato nei giorni scorsi dal personale del Saf (Speleo alpino fluviale) dei vigili del fuoco.
La gola del Fontane parte sotto Casera Scalir, la prima struttura marcata in questi giorni di ricerca da tutti i cani impiegati nelle ricerche, dove quasi sicuramente il 55enne si è fermato prima di proseguire il cammino. Le unità cinofile si sono poi portate nuovamente in Salvedella, da Praderadego in jeep e in cresta a seguire, e poi verso il rifugio Posa Puner.
Nel tardo pomeriggio alcune squadre hanno proceduto anche con il controllo di una casera nella zona del Visentin. Stamane in prefettura è previsto un incontro per fare il punto della situazione e valutare come proseguire le ricerche, ostacolate da pioggia e neve. (ma.ce.)
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