Quattro slavi bloccati con cacciaviti e gioielli
BELLUNO. Grossi cacciaviti nel baule. Monili in oro e argento, all’interno di una Peugeot 407 blu scuro. Quattro persone, tra le quali una giovane donna bloccate dai carabinieri di Belluno, nel parcheggio di fronte alla trattoria Marta d’Oro, nella frazione di Sagrogna. Tre bosniaci e un croato a terra, circondati dai militari, sia in divisa che in borghese. Tre denunciati a piede libero e uno arrestato e portato prima al comando di viale Europa e poi al carcere di Baldenich per ricettazione e detenzione di questa attrezzatura da scasso di porte o finestre delle case. Tutti risultano senza fissa dimora, almeno in provincia. Le manette sono scattate solo per un 31enne originario della Bosnia, che aveva già colpito nella Marca trevigiana, dove ha subito anche un processo per fatti analoghi, fra l’altro sotto falso nome. Un alias.
Gli uomini hanno 44, 31 e 23 (il croato) anni, mentre la donna ne ha soltanto 19. È maggiorenne, in ogni caso e per tutti è stato proposto il foglio di via obbligatorio, a cura del questore Attilio Ingrassia. L’operazione dell’altra sera è scattata all’interno di un tavolo tecnico tra carabinieri e polizia, che prevede una serie di servizi di prevenzione e repressione della criminalità in genere, ma in particolare del fenomeno dei furti in appartamento. L’allarme è scattato verso le 18, quando un paio di carabinieri in abiti civili ha avvistato altrettanti uomini in fuga tra i campi. Inevitabilmente sospetti. In un secondo momento, questi hanno raggiunto i due complici, nel parcheggio del ristorante, dove i carabinieri hanno fatto scattare la trappola con quattro pattuglie.
Nel frattempo, l’allarme era scattato anche tra Borgo Prà e Levego per due tentati furti. Sarà un caso, ma una volta intercettati i quattro slavi non si sono verificati altri episodi. È scattata una perquisizione dell’autovettura, che ha permesso di rinvenire non solo questi voluminosi utensili nel bagagliaio, ma anche dei gioielli. Era proprio quello che i carabinieri contavano di trovare, il loro unico rammarico è quello di non averli potuti arrestare tutti, del resto mancava il presupposto fondamentale: la flagranza di reato. Ma almeno saranno rimpatriati.
Nel frattempo, i residenti si erano accorti che qualcosa di grosso stava succedendo sotto le loro finestre. Una piccola folla si è radunata in quel parcheggio ed è scattato spontaneo un applauso liberatorio. Potrebbe essere soltanto l’inizio, perché le forze di polizia stanno seguendo anche altre bande. Una di queste si muove davvero a bordo di un’Audi di colore grigio, quella vista prima a Sospirolo e poi a Levego, sul teatro di altri furti.
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