Quel pezzo di Veneto che vive in Brasile
AURONZO
Portano tutti cognomi veneti, eppure vivono dall’altra parte del mondo, nel sud del Brasile: sono i ragazzi di Ilopolis, cittadina dell’estremo sud dello stato brasiliano del Rio Grande Do Sul, poco a sud di Porto Alegre, gemellato dal 2008 con Auronzo. Venti studenti, insieme a 5 accompagnatori e al sindaco della cittadina brasiliana e al vice sindaco di Potinga, sono ospiti in questi giorni nel paese delle Tre Cime per ricambiare la visita che nello scorso novembre avevano fatto in Brasile una decine di ragazze del Liceo Linguistico Europeo Cadore di Auronzo, insieme al professor Giuseppe Calafiore, al sindaco Bruno Zandegiacomo Orsolina e all’assessore al turismo Vittorio Dorigo.
Si respira grande entusiasmo tra questi ragazzi, che conoscevano e già amavano un po’ l’Italia grazie ai racconti dei loro nonni, che hanno tramandato loro le nostra lingua e le nostre tradizioni.
Storie di una emigrazione lontana che ha portato in questa parte del Brasile moltissimi veneti; tant’è che oggi, in queste zone, l’80% della popolazione è di origine italiana.
«I nostri nonni ci parlavano dell’Italia come di un paradiso, ma in questi giorni abbiamo visto un ‘Italia sicuramente più bella e ospitale di quella che ci aspettavamo», raccontano i ragazzi, «e noi ci sentiamo a casa; anche perché, se pure le nostre culture sono diverse, le nostre radici sono comuni».
Tutti parlano e capiscono molto bene l’italiano, imparato per lo più tra le mura domestiche; anche se da quelle parti si comincia a studiare la nostra lingua anche nelle scuole. In realtà però quello che viene parlato in Brasile è il “Talian”, ovvero un idioma che mette insieme una serie di dialetti.
Parlando con questi giovani, emerge che in Brasile l’Italia è vista come modello positivo. Gli emigranti, soprattutto veneti, romagnoli, friulani, che sono arrivati in Sudamerica sono riusciti a vincere l’iniziale pregiudizio che avevano di loro le popolazioni locali; e, distinguendosi per la grande voglia di lavorare, l’amore per la famiglia e per le tradizioni, sono riusciti a conquistarsi l’appellativo di “italiani boa gente”, buona gente. Scopriamo che più di qualcuno vorrebbe venire a studiare in Italia, come Eduardo. «Mi piacerebbe seguire un corso di relazioni internazionali». Ma molti vorrebbero partecipare a scambi universitari con l’Italia. Nonostante il grande amore per l’Italia, però, in una ipotetica finale di Coppa del mondo di calcio tra Brasile e Italia, nessuno avrebbe dubbi: tiferebbero tutti per i carioca.
«La nostra speranza è che possano rientrare con l’appetito di tornare in Italia», si augura il professor Calafiore.
«Siamo stati accolti al di sopra di ogni nostra aspettativa», fanno eco gli studenti, «torneremo in Brasile con la volontà di ritornare presto in Italia».
Da parte del Liceo Linguistico c’è poi l’intenzione di continuare questo progetto di scambio. «Vorremmo dare un seguito a questo scambio e stiamo studiando nuove formule; magari il prossimo anno si potrebbe organizzare l’ospitalità nelle famiglie, anche per far conoscere meglio le culture e le tradizioni». Tra le ipotesi future anche l’introduzione dello studio della lingua portoghese nel liceo auronzano. Affascinati dall’esperienza dello sci e del pattinaggio su ghiaccio, che nessuno di loro aveva mai provato, ai brasiliani è stato proposto un programma molto intenso. Sono stati infatti ospiti della Magnifica e dell’associazione Bellunesi nel Mondo; hanno visitato il Museo dell’Occhiale e della diga del Vajont. Sono andati ad Enego, in provincia di Vicenza, cittadina con la quale c’è un progetto di gemellaggio con una cittadina brasiliana, vicina a Ilopolis. Domani, dopo una breve visita a Venezia, andranno a Roma per prendere il volo per il Brasile.
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