Quero, dolore e rabbia: «Il sistema sta crollando»

I sindaci dei tre Comuni insieme a quello di Segusino si riuniscono in municipio «Non è colpa dell’azienda, ma è il momento di non guardare solo ai profitti»

QUERO. Parlare di un gesto tanto tragico è difficile, e a qualcuno sembrerà anche irrispettoso. Ma il primo pensiero non può che andare alla famiglia, agli amici, alle persone che gli erano vicine e che anche ieri lo hanno aspettato invano. È a loro che i tre sindaci della conca del Basso Feltrino, a cui si è unito il sindaco di Segusino Guido Lio, rivolgono le loro più sentite condoglianze. «Stiamo parlando di una situazione drammatica, di una persona che si è tolta la vita», esordisce Sante Curto dal tavolo dei primi cittadini, riuniti ieri pomeriggio nel municipio di Quero per commentare una situazione drammatica e preoccupante. «Non so dire perché accadano queste cose, ma rimane il fatto che non dovrebbero avvenire.

 

Per questo noi amministratori, le associazioni, tutte le istituzioni devono prendere una posizione di forza. Dobbiamo finire di parlare e agire: chiedo che venga aperto urgentemente il tavolo chiesto alla Regione con l'assessore al lavoro Elena Donazzan, e chiedo anche che intervenga il governatore Luca Zaia. Il datore di lavoro deve poter intervenire senza vincoli, bisogna togliere il fiato sul collo delle imprese. Per questo non me la sento di addossare la colpa alla ditta. Lasciamo perdere Roma, noi siamo qui, lavoriamo per il territorio e dobbiamo andare avanti per salvare la nostra gente».

Serenella Bogana, sindaco di Alano di Piave, si accoda alle condoglianze e aggiunge: «Siamo vicini alla famiglia e ai colleghi che vivono questo momento di disperazione. Perdere il lavoro non significa solo perdere un reddito, ma anche un’identità, sogni e progetti. Gli imprenditori seri vanno liberati dalle vessazioni che impediscono loro di lavorare, di tutelare il benessere dei dipendenti e di rispettare i loro sacrifici. Ma quando ci sono famiglie che rischiano di essere lasciate per strada, bisognerebbe imparare a guardare oltre il profitto. Noi amministratori, in queste dinamiche, siamo impotenti. Il nostro territorio è ricco di piccole e medie imprese legate tra loro. Non vorremmo che questa situazione scatenasse un effetto domino».

«Il sistema sta traballando», critica Andrea Biasiotto di Vas, puntando il dito soprattutto contro l'attuale situazione nazionale, «queste cose fanno rodere lo stomaco. Oltretutto siamo senza governo da 40 giorni e non sappiamo se arriveremo ad averlo. La crisi c'è, ma non dobbiamo farci trasportare dagli eventi. Bisogna snellire la burocrazia, una pratica assurda, improduttiva e che fa perdere più tempo a compilare carte inutili che a lavorare. Bisogna ridurla drasticamente e incentivare gli investimenti». «L'Ideal è stata fondata da un imprenditore di Segusino», precisa Lio, «ma con la nuova dirigenza ora è scollegata dal territorio. Spero che l'azienda mi contraddica se dico che sta perseguendo i suoi interessi economici in modo machiavellico. La politica deve capire che la situazione è grave e intervenire, in fretta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi