«Questi soldi non devono sostituire le risorse statali»

I sindaci preoccupati della possibilità che Stato, Regione ed altri enti pubblici possano disinteressarsi della montagna. «Non siano un alibi per non darci nulla»

BELLUNO. Se parlare di 122 milioni di euro da spendere potrebbe sembrare una notizia molto positiva per i Comuni, oggi alle prese con bilanci sempre più da fame, nella realtà dei fatti non è sempre così entusiasmante.

A rilevarlo sono i sindaci delle vallate agordine, del Cadore e del Feltrino ieri presenti alla firma della seconda convenzione tra Fondo comuni confinanti (Fcc) e Provincia di Belluno.

«Dove ci sono tante risorse ci sono anche tante difficoltà», ha esordito il sindaco di Tibon Agordino, Silvia Tormen, «perchè i comuni sono piccoli e non sono attrezzati per gestire ingenti somme. La speranza però è che questa esperienza possa dare alla Provincia di Belluno la capacità di far dialogare le frammentarietà del territorio, per sintetizzarle in una visione unica, cercando di fare squadra sempre e comunque».

Per Bruno Zanvit, sindaco di Voltago Agordino, la situazione è «tragica», dovendo ancora spendere i soldi arrivati dal Fondo del 2010.

«Io mi trovo in una situazione pregressa direi tragica», ha esordito, «tanto che le opere finanziate nel 2010 potrebbero essere finite nel 2020. E intanto i professionisti che hanno redatto progetti chiedono di riscuotere il credito. Ma non è così semplice, perchè i nostri uffici non sono abituati a gestire somme così elevate, e i problemi sono dietro l’angolo. Basti pensare che soltanto per i lavori di realizzazione dell’ostello, che dopo vari questioni sembrava avviarsi verso una buona conclusione, ora rischiano di fermarsi nuovamente perché il terreno su cui dovrebbe sorgere è inquinato a causa di sversamenti di gasolio. E ora la questione è capire chi bonifica il terreno e anche per questo ci vorrà del tempo».

«Non è stato facile fare squadra», ha ammesso anche il sindaco di Cesiomaggiore, Michele Balen, evidenziando come quei 122 milioni previsti per il 2013-2018 siano stati pensati in un’ottica sovracomunale, di area vasta. «Questa esperienza si è dimostrata utile per realizzare un vero laboratorio di idee che potessero essere estese a territori più ampi, si è cercato l’interesse generale, non quello particolare. Ma», ha sottolineato il primo cittadino, «il nostro scrupolo è che non ci sia un’ingiusta sostituzione dei soldi del Fondo con quelli che dovrebbero invece versare Stato, Regione o altri enti. Sono soldi, quelli del Fcc, che non possono essere utilizzati ovunque. E quindi non devono diventare un alibi per gli altri soggetti per non interessarsi al nostro territorio e ai nostri bisogni».

«Nessuno di noi sarebbe qui se non ci fossero stati i movimenti referendari di Lamon, Sappada e tutti gli altri che hanno contribuito a giungere a questa legge speciale che ci garantisce queste risorse per alleviare le differenze tra territori», ha concluso Federico Dalla Torre, sindaco di Sovramonte e presidente dell’Unione montana feltrina. (p.d.a.)

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