«Questo Xtreme attira i turisti»

Gli organizzatori del Festival sul ponte contano un migliaio di presenze: «Ci sarà una terza edizione»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Un migliaio di persone sono transitate sul ponte degli alpini sabato sera per l'Xtreme Bridge Festival. Il dato, comunicato dagli organizzatori, può apparire esagerato, ma il presidente di BellunoLaNotte Stefano Casagrande assicura che «tra biglietti acquistati in prevendita e sul posto, siamo tra le 900 e le 1100 persone. Molte sono entrate verso la fine, quando altre se n'erano già andate». Casagrande è soddisfatto per la seconda edizione: «Soprattutto perché il 60% del pubblico non era bellunese. È arrivata molta gente da fuori provincia, da Treviso, Padova, Pordenone, Milano, perfino Genova: un gruppo ha cercato su internet un evento di musica elettronica e ha trovato il nostro. Significa che l'obiettivo che ci siamo posti, di lavorare su un settore in espansione qual è quello del turismo musicale, va perseguito, perché alla lunga otterremo risultati».

Dunque l'Xtreme Festival e gli eventi organizzati da BellunoLaNotte non si rivolgono più solo al pubblico bellunese?

«Esatto. E siamo soddisfatti per l'edizione di quest'anno proprio perché abbiamo dato una svolta con il pubblico. Lavorando su eventi che si rivolgono solo ai bellunesi, puoi arrivare al massimo a 1500, 1700 presenze. Di più è impossibile e noi vogliamo crescere, portare sempre più gente da fuori provincia. Perché il turismo musicale porta un indotto: allungando gli eventi e sviluppandoli su più giorni, si crea lavoro per le attività ricettive, i ristoratori, le attività di somministrazione e quelle di trasporto. Forse è questo che a Belluno non viene capito».

Perché il pubblico bellunese ha risposto in maniera un po' freddina a questa edizione del Festival? Può darsi fosse per il prezzo dei biglietti? «Tutte le persone venute da fuori provincia non si sono lamentate per il costo. Ma forse i bellunesi sono abituati a frequentare eventi gratuiti, come le sagre, che offrono però un prodotto sempre uguale, direi scontato. Noi facciamo qualcosa di diverso. Magari, poi, il bellunese va a cercarsi eventi come il nostro fuori provincia, ma se si organizza qui... si lamenta e non viene. Questione di mentalità, credo».

Quest'anno la viabilità ha sofferto più dell'anno scorso e diverse persone sostengono che sia sbagliato chiudere un ponte per una festa. «L'anno scorso c'erano molti cartelli sulle strade già nei giorni precedenti la manifestazione, quest'anno no. Sono comparsi la sera stessa. Ma non è compito nostro mettere le indicazioni sulle strade. Mi rendo conto che chiudere un ponte può creare disagi (limitati, comunque, alle 20 non c'era più alcun problema), ma bisogna pur fare qualcosa per smuovere la città e per riuscirci c'è bisogno di cose nuove. Il nostro obiettivo non è organizzare una festa per fare quattro salti, ma di portare indotto in città».

L'anno prossimo ci sarà la terza edizione? «Certo, ci lavoreremo e cominciando molto prima. Quest'anno siamo partiti tardi per un problema di budget, per il prossimo ci lavoreremo fin da novembre».

C'è il rischio che diventi “scontato”? «Per i bellunesi magari sì, ma per chi viene da fuori, e vuole ascoltare la musica apprezzando ospite e spettacolo, no. Cambieremo ospiti ogni anno, e i nomi importanti muovono la gente».

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