«Qui si gioca il futuro del manifatturiero»

Fiom, Fim, Uilm, Cgil, Cisl e Uil d’accordo: «Il nostro è un presidio per l’industria italiana»
I sindaci della provincia uniti nella manifestazione ACCmanifestazione
I sindaci della provincia uniti nella manifestazione ACCmanifestazione

BELLUNO. «Questo è il grido d’allarme del territorio per la sua tenuta economica e industriale. Acc ha lavoro e mercato, ma abbiamo bisogno di industriali a capo delle imprese non di banche o finanziarie». A lanciare l’sos è Luca Zuccolotto della Fiom Cgil. Gli fa eco la segretaria generale della Cisl, Anna Orsini: «La presenza oggi è obbligatoria, perché l’azienda non mandi all’aria anni di professionalità ed esperienza. Qui ci giochiamo il futuro del settore del manifatturiero italiano: se si blocca l’Acc, cosa ne sarà dell’industria degli elettrodomestici? Serve un tavolo nazionale».

Ma il problema di fondo evidenziato dal sindacato di categoria è che «con i nostri soldi si risolvono i problemi degli altri», sottolinea Bruno Deola dalla Fim Cisl. «La partita dell’Acc rischia di compromettere anche un eventuale progetto di istituzione di un polo del freddo bellunese. Lo stabilimento zumellese non è importante solo per se stesso, ma per tutta la provincia, per il nostro Paese e per il mercato europeo. La cosa che non possiamo più ammettere, però, è che i soldi stanziati dal ministero per la cassa integrazione, servano per rilanciare stabilimenti stranieri. Dobbiamo regolarizzare gli ammortizzatori sociali, che devono essere utilizzati per rilanciare le industrie nostre, non quelle fuori confine, altrimenti saremo sempre territorio da mungere per poi essere abbandonato a se stesso».

Della stessa opinione anche Paolo Da Lan, segretario della Uilm. «In dieci anni abbiamo visto il depauperamento dell’Acc: da 1800 dipendenti, siamo arrivati a 691. Oggi (ieri per chi legge ndr) dovrebbe esserci il via libera per la vendita dell’asset cinese e l’impiego dei soldi, 11 milioni, a garanzia del salvataggio dello stabilimento austriaco. E quindi anche nostro. Come ci ha detto anche il giudice di Pordenone, la strada intrapresa, dovrebbe essere quella giusta, ma tutto dipenderà dall’attuale gestore che ci ha portati a questa situazione».

Anche gli altri segretari generali di Cgil e Uil erano ieri in piazza. «Siamo qui per tutelare il lavoro in provincia, la solidarietà è scontata», hanno detto. E poi Bellini rilancia: «Serve un’iniziativa, visto come stanno le cose, a difesa di tutto il lavoro bellunese». (p.d.a.)

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