Quindicimila penne nere dal Bellunese all’adunata / FOTO

Si parla di 500.000 persone a Pordenone, una marea dalle sezioni Ana di Belluno, Feltre e Cadore09

PORDENONE. «Ho partecipato almeno a 50 adunate e non ho mai visto una partecipazione così eccezionale come qui a Pordenone. Una marea di alpini, di famigliari, parenti, amici». Angelo Del Borgo, presidente della sezione Ana di Belluno, lo ammette frastornato, quasi stordito. «Eccezionale, eccezionale» continua a ripetere Carlo Balestra, presidente di Feltre.

Pierluigi Bergamo, presidente degli alpini del Cadore, va in trionfo pure lui: «Le Dolomiti sono scese a quota zero». Mai visti, infatti, tanti cadorini. E la massa, fra l’altro, arriverà questa mattina, con tanto di fanfara, da Auronzo a Cortina.

L’87mo raduno batterà ogni precedente record: 500 mila tra penne nere, loro amici, curiosi. Tale è l’impacchettamento in città che – rileva Bergamo - non si riesce neppure a muoversi. Stop alle auto, mentre i pullman provenienti da ogni parte d’Italia continuano a scaricare veci e bocia. I treni sembrano scatole di sardine. Più di 100 mila, forse 120 mila i veneti. Più di 15 mila i bellunesi, scesi in auto, in pullman, ma anche a piedi o in bicicletta. Ieri i conducenti dei muli della Cadore, del Reparto Salmerie di Vittorio Veneto, hanno incrociato un giovane alpino di Ponte nelle Alpi, gli hanno offerto ospitalità nell’auto di servizio. L’alpino si è quasi offeso, seppur ringraziando: voglio arrivare a Pordenone con le mie gambe.

La sfilata, questa mattina, scatterà alle 8.30, verso mezzogiorno e mezzo arriverà il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dalle 17.30 l’apoteosi delle penne nere del Cadore che aprirà il passaggio delle sezioni venete, salutate dal palco anche dal governatore Luca Zaia. Soltanto verso le 21 si scioglieranno le ultime code. Non tutti gli alpini sfileranno, perché altrimenti si finerebbe a notte inoltrata. L’accoglienza, riconosce Bergamo, non avrebbe potuto essere più festosa. La perla, un ambiente tipico di Pordenone, ha offerto al gruppo di Calalzo di piantare le tende, e gli alpini, grati del gesto, hanno cucinato il pastin anche per i clienti del locale.

Tempi di crisi, questi, e la sezione del Cadore, anziché spendere in un nuovo striscione, ha ritirato dalla naftalina uno di quelli vecchi, che ricorda i luoghi della guerra, come racconta Bergamo, non prima di aver confessato un’altra speranza: mi auguro che i sindaci non ci tradiscano, e cioè che siano presenti in sfilata. Se lo meritano non solo gli alpini – aggiunge, per quanto lo riguarda, Balestra – ma le famiglie che numerose li hanno accompagnati qui a Pordenone. Festa e commozione, a questo raduno. Si è commosso, infatti, anche il trevigiano Nino Geronazzo che ha letto il messaggio del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, prima di recapitarlo al suo capo, il presidente Sebastiano Favero. Tutt’altro che formali le parole di Napolitano. «Nella sua ultracentenaria storia il glorioso Corpo, custode di antiche tradizioni e dei più alti e nobili valori umani e morali, ha offerto un contributo straordinario, in guerra e in pace, alla costruzione del nostro paese».

«Oggi gli alpini, in prima linea nelle missioni internazionali per la sicurezza e la stabilizzazione delle aree di crisi e negli interventi di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite da calamità naturali, costituiscono una componente fondamentale e altamente apprezzata dell'Esercito e delle Forze Armate».

Non mancano riferimenti alla montagna. «In questa giornata il mio plauso va anche all'Associazione che, con la generosità e la laboriosità della gente di montagna e traendo esempio e insegnamento dalla preziosa esperienza militare degli aderenti, si prodiga costantemente e senza risparmio in attività a sostegno del Paese e dei cittadini».

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