Rabbia dell’Ordine: «Non fateci giudicare da chi non è medico»

Rossa: «A rischio il rapporto di fiducia con i nostri pazienti Un ragioniere non può sapere se un esame è inappropriato»
Di Laura Milano
Belluno, 6 novembre 2010. convegno all'ordine dei medici - Umberto Rossa
Belluno, 6 novembre 2010. convegno all'ordine dei medici - Umberto Rossa

FELTRE. «Nessuno nega che gli sprechi vadano contenuti e le risorse risparmiate. Ma se a decidere sull'inappropriatezza di prescrizioni e esami ai pazienti, saranno un direttore amministrativo o la Guardia di finanza, direi che si imbocca una strada pericolosa, che mette a serio rischio il rapporto fiduciario fra medico e assistito».

Il presidente dell'ordine dei medici Umberto Rossa esprime forte contrarietà sul decreto ministeriale che taglia 208 esami, soprattutto nei settori della diagnostica per immagini (radiologia minore e maggiore come tac e risonanze) e dell'odontoiatria. «La consistente riduzione delle risorse è grave per le ripercussioni che ci saranno sul cittadino-paziente e sulla contrazione dei servizi», dice il presidente Rossa. «Ma con il provvedimento di legge si introduce un meccanismo perverso che pregiudica il rapporto fra medico e paziente. Perché a fronte di una richiesta a sottoporsi a indagini da parte dell'assistito, il diniego del medico, motivato in scienza e coscienza, può essere visto dal paziente come la passiva accettazione del dottore di una disposizione che altrimenti lo penalizza in solido, qualora risultasse prescrizione inappropriata. Ma questo chi lo decide? Finirà per aprirsi un contenzioso con la parte amministrativa di ogni Usl di riferimento che, attenta e competente rispetto al dato contabile, non è altrettanto titolata a entrare nel merito dell'operato di un medico. E meno che mai la Guardia di finanza, chiamata a notificare i presunti errori prescrittivi di un medico. Del resto, a quanto mi risulta, non si parla di commissioni paritetiche nell'ambito delle quali ci si confronti sulle prescrizioni proprie o improprie, prima di applicare le sanzioni previste».

«Come ordine», prosegue, «non possiamo che auspicare l'impegno della Regione nel far capire ai cittadini che la stretta di bilancio è determinata dalla necessità di contrarre le spese e ridurre gli sprechi. Se non dovesse esserci questo passaggio, a nostro avviso propedeutico, il medico sarà costretto a battagliare ogni giorno con i suoi pazienti. E si vanificherà il rapporto fiduciario».

Eppure, spiega Umberto Rossa per la categoria che rappresenta, «il medico curante è il primo a contrastare il consumismo sanitario, cioè la volontà da parte di tanti pazienti di sottoporsi a indagini diagnostiche non utili, se non addirittura dannose. Si è contribuito in maniera sensibile anche alla riduzione della spesa farmaceutica con la proposta ai pazienti di farmaci equivalenti, cioè generici, o equipollenti, cioè con analoga efficacia e magari meno effetti collaterali, oltre che minor costo. Per questo motivo, l'iniziativa di governo ci vede contrari, anche perché sconfessa il welfare sanitario e l'accesso uniforme ai servizi e alle cure. Proprio perché siamo i primi a mettere in atto prescrizioni appropriate, in scienza e coscienza».

Preferisce attendere prima di arrabbiarsi Fabio Bortot, fiduciario provinciale della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale: «Bisogna capire meglio tutta la manovra, perché non abbiamo niente di definitivo in mano. Mi auguro che l’incontro tra il ministro, i sidnacati e l’Ordine dei Medici sia servito per fare chiarezza e per mettere dei paletti. Per quel che mi riguarda, posso dire che un medico non ha bisogno di limitazioni per lavorare in scienza e coscienza. Il sottoscritto lavora sempre per il bene del paziente e per usare le risorse a disposizione nel migliore dei modi. Spero che alla base di questa decisione ci siano le persone che chiedono risposte in matearia di salute. Comunque sia, sarò più esaustivo una volta che avrò in mano dati, numeri e sanzI mediciioni per i medici che dovessero sforare il tetto delle prestazioni inappropriate».

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