Raddoppiate al S. Maria del Prato le terapie urgenti contro l’ictus

Nei primi sei mesi di quest’anno superato il numero di trombolisi sistemiche effettuate in tutto il 2016 Il direttore di neurologia Caneve: «Siamo tra i primi ospedali in Veneto per numero di trattamenti»

FELTRE. Il Santa Maria del Prato sempre più punto di riferimento contro l’ictus, raddoppiando il numero di terapie d’emergenza. Nei primi sei mesi del 2016 al reparto di neurologia sono state infatti effettuate 27 trombolisi sistemiche per trattare persone con ictus ischemico. Oltre il doppio di quelle fatte nell’intero 2015, in tutto 24.

L’ictus è un danno improvviso che si verifica in una parte del cervello a causa dell’interruzione del flusso di sangue o di una rottura di un vaso. Nell’ictus ischemico il sangue non riesce più ad arrivare al cervello che, quindi, non riceve più nutrimento. In caso di ictus ischemico, se la persona arriva in ospedale entro 4 ore e mezza dai primi sintomi è possibile trattarlo con trombolisi sistemica, che attraverso un farmaco somministrato endovena “rompe” l’ostruzione nell’arteria.

È un trattamento che, sottolineano all’Usl 2, se svolto nelle prime ore dall’evento può portare a buon recupero clinico anche con il ritorno alla normalità funzionale e strutturale degli organi colpiti, o comunque con la possibilità di ridurre al minimo la disabilità.

La Regione ha diffuso i dati di attività dei primi sei mesi del 2016 della rete integrata per la gestione e il trattamento dell’ictus in fase acuta che prevede, in Veneto, la presenza di 6 centri di secondo livello, dove sono attive strutture dotate di neurochirurgia e possibilità di eseguire angiografia ed interventi di neuroradiologia, come all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso e 16 unità di primo livello, come quella attiva al Santa Maria del Prato.

L’Usl 2 è attualmente dotata di 4 posti letto attrezzati di stroke unit e situati nella unità operativa complessa di neurologia, diretta dal dottor Giorgio Caneve, dove vengono accolte e monitorate le persone con ictus da personale sia medico che infermieristico appositamente formato.

I dati diffusi dalla Regione mostrano una notevole crescita dell’attività al Santa Maria del Prato contro l’ictus. Nel 2010 i casi trattati a Feltre con trombolisi erano stati 3. Il numero è progressivamente aumentato. Nel corso del 2014 i casi trattati con trombolisi, percentualmente circa il 20% del totale degli ictus ischemici, sono raddoppiati per l’estensione del trattamento dall’esordio da 3 a 4 ore e mezza e con l’allargamento dell’indicazione a poter estendere il trattamento anche agli ultraottantenni. Nel 2015 i casi trattati in Ulss 2 sono stati 24. Quest’anno solo nei primi sei mesi del 2016 le trombolisi sono state 27.

«Questo dato ci colloca tra i primi ospedali spoke in Veneto come numero di trattamenti effettuati. Al numero di trattamenti corrispondono persone colpite da ictus che recuperano bene le proprie funzionalità e riducono al minimo le disabilità, riacquistando una buona qualità di vita», spiega il direttore Caneve. «In questi anni abbiamo insistito molto sull’educazione alla salute della cittadinanza, anche attraverso incontri informativi come i Mercoledì della salute, per ridurre i fattori di rischio nella popolazione ma anche per un riconoscimento precoce dei sintomi dell’ictus che porta ad aumentare le possibilità di arrivare in ospedale in tempo per il trattamento trombolitico, se indicato, e, di conseguenza, arrivare a un buon recupero clinico».

«Nel nostro ospedale inoltre», spiega Caneve, «una volta stabilizzato l’evento acuto, si inizia subito con la riabilitazione sia fisiatrica sia logopedia. In pochi anni è stata fatta tanta strada per la cura dell’ictus ischemico. È una grande soddisfazioni restituire qualità di vita a persone che fino a poco tempo fa, per la stessa patologia, erano destinate a gravi disabilità».

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