Radicalizzato ed espulso tornerà in Italia
LENTIAI. Evase prima di radicalizzarsi. Il marocchino Ismail Yachou era agli arresti domiciliari nell’abitazione di Lentiai per la tentata rapina da un euro a un anziano del posto e non rispettò la misura cautelare, finendo nel carcere cittadino di Baldenich, dove poco tempo dopo abbracciò la causa dell’Is. Manifestò vicinanza al sedicente califfato islamico, in particolare ad Anis Amri, il terrorista che il 19 dicembre di due anni fa ha provocato 12 morti e 56 feriti, travolgendoli con un camion, al mercatino di Natale di Berlino. Il ricercato venne ucciso dalla polizia italiana, pochi giorni dopo, a Sesto San Giovanni.
Yachou è stato espulso l’8 dicembre dell’anno scorso e il giudice di pace di Belluno ha respinto il ricorso contro il decreto di espulsione del prefetto Francesco Esposito (cinque anni fuori dall’area Schengen) dei difensori Resenterra e D’Agostini. È a processo per evasione e, secondo gli avvocati, ha tutto il diritto di chiedere l’autorizzazione speciale a rientrare nel territorio italiano, per partecipare al procedimento penale che lo riguarda.
Dovrebbe trovarsi a Casablanca, in Marocco, per di più a piede libero e non è stato possibile rintracciarlo, per chiedergli se vuole essere presente davanti al giudice Coniglio oppure no. In ogni caso, non c’erano i tempi sufficienti a ottenere l’autorizzazione necessaria a farlo tornare in Italia. Nell’udienza di ieri mattina, D’Agostini ha chiesto un rinvio, possibilmente non brevissimo, per trovarlo, domandargli come intende comportarsi ed eventualmente, chiedere l’intervento del consolato necessario ad avere l’autorizzazione temporanea. Tutto a spese dello Stato.
Il giudice ha accolto la richiesta della difesa, rinviando alle 13 del 28 settembre, sentito anche il parere del pubblico ministero Gulli. Se ne riparlerà dopo l’estate.
Gigi Sosso
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi