Radiologia, calo di esami diventati a pagamento
BELLUNO. Il 2016 è stato un annus horribilis per la diagnostica negli ospedali dell’Usl 1. Complice un provvedimento del ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin che ha tolto dai Lea, cioè dai livelli essenziali di assistenza, alcuni esami radiologici come le Risonanze magnetiche e le Tac, da marzo a ottobre c’è stato un crollo delle prestazioni. «Chi doveva sottoporsi a questi esami era costretto a pagarseli per intero», spiega il primario dell’unità operativa complessa di Radiologia di Belluno, Paolo D’Andrea capo dipartimento.
«E si parla di circa 200 euro per una risonanza. Questo ha fatto sì che si registrasse nel 2016 in calo complessivo del 5% di queste prestazioni in tutta la radiologia, di cui il 5% nel Feltrino, il 4% a Pieve di Cadore o nell’Agordino e addirittura il 7% in meno nell’ospedale di Agordo. Da novembre, quando cioè questo provvedimento ministeriale è stato ritirato e con l’arrivo della nuova strumentazione, si è vista subito un’impennata tanto che solo in Agordo si sono eseguite 200 risonanze in un mese. «Ma il pericolo non è scampato», precisa il direttore generale Adriano Rasi Caldogno: «Infatti, nei nuovi Lea non ci saranno più alcune prestazioni tra cui diversi tipi di risonanza e di Tac che sono anche gli esami con maggiore inappropriatezza prescrittiva».
L’unità operativa di Radiologia, che conta 12 medici radiologi a Belluno, 4 ad Agordo e Pieve di Cadore, può contare su attrezzature di ultima generazione. «Una Tac e una risonanza nuove nel 2016 sono arrivate ad Agordo e una Tac a Feltre, mentre a Belluno dal 2015 è in funzione un angiografo che permette particolari interventi sui pazienti», dice il dg.
Tutti i medici ruotano da una sede all’altra per garantire una maggiore qualità di servizio e questo limita i problemi di personale. «Per quanto riguarda i tecnici di radiologia possiamo contare su 49 addetti, mentre altri due sono in arrivo. Per queste figure disponiamo poi di una graduatoria contenente 15 specialisti», dice D’Andrea.
Il personale presente, insieme con le aperture in orario serale e festivo del reparto di Radiologia, ha permesso di abbattere le liste di attesa. «Ad oggi il 98% delle prestazioni viene erogato entro i tempi di priorità fissati dal medico, e questo ci fa essere la prima Usl in Veneto per attinenza ai parametri dei tempi di attesa», sottolinea il dg.
All’anno, nella senologia dell’Usl 1, vengono eseguiti 600 prelievi bioptici tramite il Mammotome che lavora 6 giorni a settimana.
Un problema però si è creato la settimana scorsa a carico di un mammografo di Belluno che si è rotto. «Per fortuna siamo riusciti a sistemare il danno prelevando il pezzo da quello in funzione ad Agordo», dice D’Andrea che aggiunge: «Il problema è nato perché la ditta che eseguiva la manutenzione si è trovata in difficoltà e non avevamo rinnovato il contratto. Ma è di questi giorni la notizia che è subentrata una nuova ditta. Nessun disagio si è creato perché ad Agordo non c’erano mammografie prenotate. Presto però arriveranno nuovi macchinari anche di medie e piccole dimensioni».
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