Radioterapia, «cure sempre più mirate»
BELLUNO. Sarà Tiziana Iannone, già dipendente dell’Usl 1, a dirigere l’Unità operativa complessa di Radioterapia. A distanza di oltre un anno da quando il precedente primario Testolin ha lasciato il suo posto, finalmente la commissione esaminatrice ha proclamato la vincitrice del concorso, che è lo stesso medico che finora aveva svolto le funzioni di direttore.
L’unità, che copre l’intera provincia e da oltre un anno opera anche in supporto del reparto di Treviso dove stanno allestendo un nuovo macchinario, nel 2015 ha visto 561 prime visite: il 15% dei pazienti provengono da fuori provincia. Dopo queste visite, sono stati 451 i trattamenti eseguiti su pazienti affetti da tumore alla mammella (30%) e alla prostata (20%) per lo più.
«Ogni giorno vengono trattati mediamente dai 45 ai 50 pazienti», ha sottolineato il direttore sanitario Giovanni Pittoni, il quale ha voluto precisare come «il tasso di occupazione delle apparecchiature oscilli dal 70 all’80%».
«Siamo contenti di poter assegnare questo incarico alla persona che è risultata avere il punteggio maggiore, segno che nel nostro ospedale abbiamo delle professionalità di alto livello», ha commentato il direttore generale, Adriano Rasi Caldogno. Entusiasmo ha espresso anche il direttore medico, Raffaele Zanella «È un valore aggiunto poter avere come primario un medico che opera da oltre vent’anni all’interno del San Martino», ha chiosato.
«Con questa nomina l’unità operativa che è punto di riferimento provinciale, potrà vedere un potenziamento anche per il futuro. Malgrado a gestire il reparto finora fossero due medici, abbiamo provveduto anche ad affiancare un altro professionista - per ora a tempo determinato - per un anno, ma speriamo tutti che possa rimanere ancora più a lungo, portando così a tre il numero dei camici bianchi (compreso il primario) che gestiranno il servizio che è sempre più importante», ha concluso Rasi.
«Stiamo utilizzando da tempo delle tecniche all’avanguardia», ha spiegato il neo primario Iannone, «come la radioterapia guidata per immagini, oltre a quelle in 3D, che ci permette di centrare in modo sempre più preciso e limitato, ad ogni seduta radioterapica, la zona interessata dal tumore, risparmiando così il tessuto sano e garantendo così un’efficacia maggiore della terapia. Il futuro quindi, sarà un trattamento di qualità e la centralità del paziente».
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