Ragazza down vittima dei bulli sul bus
SANTO STEFANO. L’avevano presa di mira, facendone oggetto di scherno e di ripetuti e pesanti atti di bullismo. Ma a dire basta, una volta accortisi di quanto stava accadendo, sono stati tre autisti, tra cui quello alla guida della corriera. Una volta fermato il mezzo, infatti, i tre dipendenti di Dolomitibus hanno individuato i responsabili della deplorevole condotta (tre ragazzini di età compresa tra i 16 e i 17 anni) e chiesto loro i documenti, per poi segnalarli all’azienda che, a sua volta, ha prontamente informato le famiglie.
L’episodio risale al primo pomeriggio (erano da poco passate le 13) del 24 ottobre scorso, sulla linea extraurbana che collega Santo Stefano e Auronzo e ha avuto come vittima una ragazza del Comelico, affetta dalla sindrome di Down e coetanea dei tre bulli.
Un normale viaggio di rientro a casa dopo una giornata di scuola, ma trasformatosi ancora una volta in un supplizio per la giovane. Stando a quanto poi riferito dagli stessi autisti, infatti, non era la prima volta che la ragazza veniva fatta oggetto di scherno da parte dei coetanei. «Episodi analoghi, con vittima sempre la stessa persona», conferma il direttore di Dolomitibus, Pietro Da Rolt, «erano già stati segnalati, ma quel giovedì c’erano tre nostri autisti a bordo della corriera e si è così potuto accertare, in tutta la sua gravità, quello che stava succedendo. I nostri dipendenti hanno semplicemente fatto il loro dovere. Per fortuna erano in tre, visto che con un solo autista a bordo, per di più impegnato nella guida, non è facile porre freno a certi episodi di bullismo».
Finita lì? Assolutamente no. «Una volta fermato il mezzo, individuati i tre ragazzi e provveduto a farsi consegnare i documenti, i nostri autisti sono stati a loro volta presi di mira e ingiuriati», prosegue Da Rolt, «con frasi gravemente irriguardose. Per questo, una volta ricevuto il rapporto su quanto accaduto, l’azienda ha avviato una sua inchiesta interna, al fine di valutare se sussistano i presupposti per tutelarsi anche ricorrendo alle vie legali».
Prima di partire con eventuali azioni legali, però, Dolomitibus vuole provare a mediare. «Abbiamo immediatamente provveduto ad informare dell’accaduto le famiglie dei tre ragazzi. Un percorso che abbiamo intrapreso senza rivolgerci alle scuole di appartenenza dei tre ragazzi e dalla ragazza. Per quanto ci riguarda, come detto, procederemo con una nostra analisi interna dell’accaduto, poi valuteremo il da farsi, ma quel che è certo è che come persone, prima ancora che come fornitori di un servizio pubblico, non possiamo tollerare simili comportamenti e continueremo ad adoperarci con tutti i nostri mezzi affinchè non si verifichino più sui nostri mezzi, dove cioè possiamo intervenire».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi