Rai3 trova i due fratelli citati da Rossella Corazzin

Sono stati intervistati: la giovane scomparsa ne parla in una lettera all’amica del cuore risalente al 1975. Ma loro non ricordano

PIEVE DI CADORE. Incredibile ma vero: “Chi l’ha visto?” ha trovato Gianni e Giuliana, i due fratelli di cui parla Rossella Corazzin in una lettera che inviò all’amica del cuore nell’estate del 1975. Dunque quello che non sembra essere riuscito agli inquirenti in 43 anni, è riuscito alla trasmissione di Rai 3 in pochi giorni.

È bastato un appello fatto la scorsa settimana nel corso della trasmissione. La richiesta cioè agli spettatori di segnalare se a Tai o comunque in zona Pieve di Cadore durante l’estate ci fossero due fratelli con quei nomi che trascorrevano le vacanze sulle Dolomiti. Uno spettatore ha risposto: “Io li ho conosciuti, esistono”. E la troupe si è subito messa in moto. In televisione, l’altra sera, i due fratelli non sono stati mostrati. Sono stati intervistati e si sentono le loro voci, voci venete o friulane, comunque di non tanto lontano.

«Quell’anno io avevo solo 15 anni – dice l’uomo – non mi ricordo assolutamente nulla di questa storia». Non esclude di aver potuto salutare una ragazza incontrata in vacanza, ma come fosse una estranea. Anche la sorella dice di non ricordare niente. Avevano una casa delle vacanze a sette chilometri da Tai e a Tai ci andavano anche perché c’era un frequentato parco giochi. Ma entrambi dicono di non sapere nulla di questa storia, di non ricordare nulla.

L’ex procuratore Francesco Saverio Pavone è stato intervistato di nuovo dalla giornalista di “Chi l’ha visto?”. Sulla questione dei due fratelli ha spiegato che in realtà Rossella ha parlato di Gianni anche in una lettera di qualche anno prima. I due scovati da “Chi l’ha visto?” potrebbero dunque non essere i due fratelli di cui parla la Corazzin, posto che per anni si è detto che la ragazza sparita da Tai nel 1975 potrebbe aver inventato quei nomi per farsi grande nei confronti dell’amica.

Di un certo Gianni ha ovviamente parlato Angelo Izzo durante gli interrogatori resi al pm Pavone e ai pm di Roma ormai tre anni fa e poi due anni fa. Ma il Gianni citato da Izzo è il suo complice del Circeo, Gianni Guido, con casa di famiglia a Cortina dove passava le vacanze insieme ad una banda di amici. Izzo dice che Guido ha conosciuto e avvicinato la ragazza e l’ha convinta a seguirlo, lui e qualche altro dei suoi amici, portandola via su una jeep e narcotizzandola subito dopo.

Durante la trasmissione di mercoledì si è parlato anche di molto altro. Ad esempio delle coincidenze tra il contenuto del caso Corazzin apparse da anni su sito della trasmissione e le dichiarazioni di Izzo: potrebbe essersi informato lì, il mostro del Circeo, sui particolari raccontati tre anni fa a Pavone? È possibile, ha detto Pavone, ma non c’è alcuna conferma su questo.

L’ex procuratore ha anche aggiunto: «Izzo mi è sembrato intrinsecamente attendibile». Ad esempio sulla questione della villa sul lago Trasimeno, dove Rossella sarebbe stata sequestrata, violentata e uccisa e che Izzo sembra proprio aver frequentato. Di proprietà della famiglia Narducci è stata venduta negli anni 90. Ad Izzo sono stati mostrati video e foto della villa e, spiega Pavone, lui ha riconosciuto i luoghi, anche se sono passati più di 40 anni. Il proprietario della villa Francesco Narducci è morto, e il fratello ha escluso un suo coinvolgimento nella vicenda Corazzin. Ma Pavone si chiede perché non venga approfondito questo aspetto. Si conoscevano i quattro? Cioè Narducci, e il trio del Circeo, Izzo, Guido e Ghira? È accertato, ha spiegato l’ex procuratore di Belluno, che Narducci frequentava Cortina, così come Ghira e Guido: «Il giro era quello della Cortina bene di quegli anni». Nella sua lunga deposizione davanti al pm, nel 2015, Izzo fa molti nomi, nomi e cognomi dei suoi amici che sarebbero stati partecipi del sequestro e dell’uccisione di Rossella. L’ex procuratore Pavone non ha fatto accertamenti su questi nomi, ha inviato tutto il materiale a Perugia, competente per l’eventuale omicidio della Corazzin. «E a Perugia non sono stati fatti accertamenti» hanno detto i giornalisti della trasmissione di Rai 3. Semplicemente Izzo è stato ritenuto inattendibile e il caso è stato archiviato.

Nella trasmissione di mercoledì, in studio era presente la cugina di Rossella, Mara Corazzin, e l’avvocato della famiglia Antonio La Scala che ha annunciato la volontà di chiedere sia alla procura di Belluno che a quella di Perugia di andare avanti, di riprendere in mano le indagini. Magari cercando la jeep verde, targata Venezia su cui una testimone disse allora di aver visto una ragazza mezza svenuta.

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