Rapina al cimitero: accusata di simulazione
Farra. Indagata la donna che sabato è andata dai carabinieri a denunciare di essere stata aggredita
ALPAGO. Nessuna rapina al cimitero. Le due «persone nere», a bordo di una macchina scura sarebbero soltanto nella fantasia della donna che le aveva denunciate. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per simulazione di reato a carico della 54enne di Farra che sabato mattina era andata dai carabinieri della stazione di Puos a presentare una denuncia per rapina, appunto. Denuncia diventata una specie di boomerang.
Fin dal primo momento i militari alpagoti avevano avuto grossi dubbi sulla versione che avevano appena sentito e trascritto sul verbale, ad ogni modo hanno fatto tutti gli accertamenti necessari, arrivando alla conclusione che non c’era un solo riscontro. Non una cosa che tornasse nel racconto, semmai il tentativo di coprire qualcosa che era successo in precedenza e veniva considerato inconfessabile: un incontro clandestino con un uomo più giovane. L’indagata presentava dei graffi alle braccia, che non sarebbero stati facili da spiegare in famiglia, ecco allora l’invenzione dell’aggressione fuori dal camposanto da parte di due migranti presumibilmente africani, che le avrebbero rubato tutto quello che aveva in tasca e sarebbero fuggiti con la vettura. Questa è la versione sulla quale stanno lavorando i carabinieri, coordinati dalla procura.
Le circostanze vengono fatte risalire alle sette del mattino di sabato scorso, quando la donna stava andando a portare dei fiori sulla tomba dei genitori, come chissà quante altre volte. Una volta all’esterno sarebbe stata avvicinata da questi due individui e maltrattata, oltre che derubata. Di testimoni non ce ne sono, visti anche l’ora e ma soprattutto manca il benché minimo indizio. Meno male che, nel successivo passaggio in caserma, la donna ha presentato una denuncia contro ignoti, perché se avesse indicato qualcuno in particolare l’ipotesi di reato contestata non sarebbe stata quella di simulazione, ma addirittura di calunnia.
Se le indagini preliminari non si sono ancora concluse, questo momento è quasi arrivato ed è allora che la donna dovrà prendere un avvocato di fiducia, non dovesse bastarle quello d’ufficio, per difendersi dall’accusa di aver inventato un reato ai suoi danni mobilitando inutilmente i carabinieri, che gli accertamenti hanno pur dovuto farli.
(g.s.)
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