Rapina in casa ad un anziano: arrestato
FELTRE. Rapina ai danni di un anziano, svegliato e minacciato nel cuore della notte e costretto a consegnare i soldi che aveva in casa, circa 130 euro.
È l’accusa contestata al trentenne feltrino Peter Faoro che ieri mattina, in carcere a Belluno, è comparso davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia.
L’uomo è in carcere a Baldenich da lunedì, raggiunto da un ordine di custodia cautelare proprio mentre era in stazione a Feltre, in procinto di prendere un treno per Bologna per cambiare aria. Ma i carabinieri stavano indagando su di lui già dalla notte stessa della rapina, quella tra l’8 e il 9 giugno. Quella notte lo avevano infatti controllato e identificato ma le manette non erano scattate perché la flagranza di reato era trascorsa.
Le testimonianze e gli elementi raccolti nelle ore successive dai carabinieri della stazione di Sedico e del nucleo radiomobile di Feltre, intervenuti appena l’anziano aveva lanciato l’allarme, hanno però permesso ai carabinieri e alla Procura di consolidare l’accusa nei confronti di Faoro. Fino all’ordine di custodia cautelare e, ieri, all’udienza di garanzia che ha confermato la misura restrittiva in carcere.
La rapina. La notte in cui si consuma la rapina ai danni dell’anziano, in una abitazione a ridosso del centro di Feltre, è quella tra l’8 e il 9 giugno. Sono all’incirca le 3,45 quando un uomo tenta di forzare la porta d’ingresso dell’abitazione in cui il padrone di casa, 77 anni, sta dormendo.
L’intruso non riesce ad aver ragione della porta, quindi prova ad esplorare la scala in legno esterna che porta al piano superiore, fino a quando non trova una finestra dimenticata aperta. E da lì entra nell’abitazione.
Gli istanti che seguono, secondo la ricostruzione tracciata in seguito dai carabinieri, sono drammatici: l’anziano, svegliato dai rumori dell’intruso, viene accecato dalla luce di una pila che gli viene puntata addosso.
«Dammi i soldi o ti ammazzo», si sente dire il 77enne. E a quel punto, spaventato e frastornato, non può far altro che mettere assieme il contante che ha a portata di mano, circa 130 euro, e consegnarlo allo sconosciuto.
L’intruso, a quel punto, si fa indicare l’uscita – la porta principale che aveva tentato invano di forzare – e si dilegua. Senza accorgersi però di aver lasciato sul posto un indizio: il berretto nero di lana che indossava.
L’allarme. L’anziano rapinato chiama subito aiuto e parte la richiesta di intervento al 112. In centro c’è in corso la 24ore Castelli, c’è via vai di gente e anche i carabinieri hanno nei paraggi due pattuglie, quella della stazione di Sedico e quella del radiomobile. I militari impiegano così pochi minuti per arrivare alla casa dell’anziano, aiutarlo a riprendersi dallo spavento e raccogliere la prima descrizione del rapinatore.
Le due pattuglie a quel punto si dividono per perlustrare i paraggi, puntando verso la stazione, e viene bloccato e identificato Faoro, giù noto ai militari. Non scattano provvedimenti, non c’è più la flagranza di reato. Ma i sospetti sono forti e nelle ore successive si consolidano, grazie al sequestro della felpa di Faoro e del berretto trovato a casa dell’anziano, alle testimonianze e alla verifica delle telecamere di sorveglianza.
Scatta così l’ordine di custodia cautelare e lunedì pomeriggio Faoro viene rintracciato in stazione, mentre è in attesa del treno per Bologna, e portato in cella. Tra l’altro non si sarebbe potuto trovare lì: qualche giorno prima gli era stato notificato il foglio di via. A suo carico così è partita anche una denuncia per non aver ottemperato al provvedimento.
Stefano De Barba
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi