Rapina nove farmacie con la pistola: arrestato

Bellunese assaltava le rivendite di Romagna e Marche e ha ferito un medico La polizia l’ha catturato a Faenza. Arresto convalidato, è in carcere a Ravenna
Di Gigi Sosso

PESARO. Rapine alle farmacie. È bellunese il rapinatore seriale arrestato giovedì dalla polizia di Pesaro, nell’ambito dell’operazione «Scorpio». Rolando Poma aveva già messo in fila nove colpi e al decimo è stato beccato. L’arresto è stato convalidato, su richiesta del pubblico ministero Ciriello e il 67enne, originario di Belluno e residente a Rimini, rimane nel carcere di Ravenna. Le indagini sono state condotte dalla procura pesarese, con la collaborazione delle squadre mobili di Forlì, Ravenna, Rimini e del commissariato di Faenza. L’uomo, che ha vissuto anche in Polonia, aveva dei precedenti penali, ma per bancarotta: tutto un altro reato. Il 28 luglio ha cominciato a dedicarsi alle farmacie. Forse più facili da svaligiare rispetto ad altri obiettivi come le banche. Nessuna bussola che possa ostacolare la fuga, tanto meno un metal detector in grado di individuare un’arma. Quel giorno di luglio l’uomo è entrato in una rivendita di Pesaro armato di pistola e travisato con cappellino, occhiali da sole e un foulard alzato fino al mento. Immancabile il grido «questa è una rapina» e via con 300 euro. Il secondo colpo è dell’8 agosto: il farmacista cerca di fare resistenza e viene ferito al viso con il calcio della pistola.

Il malvivente se ne va con un migliaio di euro e le sue azioni cominciano a preoccupare non solo i farmacisti, ma anche i loro clienti che difficilmente si aspettano di trovarsi davanti un rapinatore, entrando in una farmacia.

Partono le indagini sui luoghi dei colpi e diventa molto utile la testimonianza del ferito. Le informazioni che fornisce permettono agli investigatori di risalire a un cittadino italiano residente a Rimini, la cui corporatura corrisponde alla descrizione.

Aiutati dai colleghi di Forlì, Ravenna, Rimini e Forlì, gli agenti della Squadra mobile di Pesaro hanno cominciato a monitorarlo, senza mai perderlo di vista. Il 10 settembre i poliziotti l’hanno seguito fino a Faenza, dove hanno assistito al sopralluogo a una farmacia, nella zona dell’ospedale. La trappola è scattata il giorno dopo, quando l’uomo è puntualmente tornato all’ora di chiusura per la pausa pranzo.

La polizia non l’ha nemmeno fatto entrare, arrestandolo in flagranza di reato e trovandogli addosso la perfetta imitazione di una pistola semiautomatica, ancora sporca del sangue della sua ultima vittima. L’uomo ha confessato altri nove colpi.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi