Rapinatore in fuga arrestato ad Alano

Le manette sono scattate martedì nell’abitazione di un giovane magrebino, era ricercato dopo un’aggressione a Jesolo

FELTRE. Sono stati i carabinieri della Compagnia di Feltre a chiudere il cerchio sulla rapina a mano armata che la sera dello scorso 7 giugno aveva scatenato il panico sulla spiaggia di Jesolo, quando in via dei Pioppi due ragazzi erano stati minacciati con un coltello e derubati da tre nordafricani. Per due dei rapinatori la fuga si era interrotta dopo pochi metri, fermati sulla battigia (dopo una breve colluttazione) e trovati ancora in possesso del pugnale, oltre che della refurtiva, dai poliziotti del locale Commissariato richiamati dalle urla dei passanti, spaventati alla vista dei due che correvano sulla spiaggia brandendo un coltello. Per il terzo malvivente, che era riuscito a far perdere le proprie tracce, la latitanza è invece terminata martedì mattina nella sua residenza ad Alano di Piave, dove a far scattare le manette sono stati i militari dell’Arma feltrini.

Espletate le formalità di rito il magrebino, poco più che ventenne, è stato tradotto nel carcere di Belluno.

L’arresto è arrivato a seguito di un fitto scambio di informazioni intercorso tra la Polizia di Jesolo, che era riuscita a identificare il malvivente e ottenere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del Gip di Venezia, e i carabinieri di Feltre.

A finire in carcere per primi erano stati Mostai Mohamed, 23 anni, nato in Marocco e con numerosi precedenti a carico e Jini Mohammed Lovay, 19enne nato in Tunisia, anche lui con precedenti. Nell’occasione anche un cittadino cingalese aveva riferito ai poliziotti di aver subito pure lui un tentativo di rapina da parte di uno dei due giovani fermati, fornendo altre indicazioni. I due malviventi erano stati subito riconosciuti dalle prime due persone derubate, rivelando tuttavia che tra i rapinatori vi era un terzo complice, che faceva da palo, ma che si era dileguato prima dell’arrivo degli agenti. Uno dei due fermati aveva con sè anche una videocamera, molto probabilmente provento di rapina o furto commessi in precedenza.

I due giovani, raccolte le testimonianze dei rapinati e di numerosi passanti, erano stati quindi accompagnati in Commissariato e successivamente, in seguito a comunicazione al pubblico ministero di turno, arrestati e trasferiti in carcere.

Un episodio che aveva destato non poco clamore tra residenti e turisti jesolani, riaccendendo l’allarme sulla spiaggia e sule strade vicine, luoghi del lido in cui si sono consumate non di rado rapine, furti e altri episodi criminosi. Un’attività delinquenziale, insomma, collaudata da rapinatori e malviventi in genere, con un copione ben preciso: approfittano dell’oscurità per tendere degli agguati quando vedono persone isolate e facili da sorprendere.

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