Rasi Caldogno: «Priorità al Pronto soccorso»
AGORDO. «La priorità è il pronto soccorso, ma tutti i servizi che verranno erogati ad Agordo saranno di qualità». Dopo Pieve di Cadore, ieri il nuovo direttore generale dell'Usl 1, Adriano Rasi Caldogno, è arrivato ad Agordo per visitare l'ospedale e conoscere il personale che quotidianamente lo fa funzionare. Nel suo discorso di “insediamento” tenuto davanti al direttore sanitario Tiziano Martello, a quello dei servizi sociali Carlo Stecchini, al direttore medico dell'ospedale Raffaele Zanella, al consigliere regionale Franco Gidoni, ai sindaci di Taibon, Silvia Tormen, di Livinallongo, Leandro Grones, e al vicesindaco di Falcade, Gianni Ferrini (assente giustificato il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, che incontrerà oggi a Belluno il direttore generale), Rasi Caldogno ha spiegato che l'obiettivo “agordino” numero uno del suo mandato è la ristrutturazione del pronto soccorso. «Agordo è un ospedale con potenzialità interessanti», ha detto «alcune parti sono allo stato dell'arte, altre sono rimaste ad alcuni decenni fa. Il pronto soccorso manifesta criticità per la distribuzione degli ambienti e ciò non consente al personale di esprimersi al meglio. Chi mi ha preceduto ha portato avanti una serie di investimenti significativi per rendere più funzionale e gradevole il pronto soccorso, ma ora la questione deve essere ripresa in tempi veloci».
Sul quanto veloci il neo direttore generale non ha dato indicazioni precise. «Sarei disonesto a fare proclami o promesse senza elementi concreti», ha detto «torno a Belluno con la percezione che bisogna mettere mano al pronto soccorso, tema al quale la Regione dà molta importanza con i circa 2 milioni di accessi all'anno. Ad Agordo ce ne sono 15 mila, più di mille al mese, con variabili connesse alla stagionalità che vanno prese in considerazione». La questione legata alla sistemazione del pronto soccorso potrebbe trovare soluzione anche nell'ambito del più ampio progetto di ristrutturazione dell'ospedale di cui hanno parlato sia Rasi Caldogno («vale la pena prenderlo in considerazione») che il consigliere regionale Gidoni («quel progetto va a incidere proprio sulle parti meno adeguate strutturalmente; stiamo aspettando il parere dei sindaci»). Quelli presenti ieri hanno intanto apprezzato intendimenti e approccio manifestati dal direttore generale. Egli ha infatti riconosciuto la peculiarità dell'ospedale e ha spiegato di conoscere bene la realtà della montagna. «Bassa densità demografica, alto indice di anzianità, distanze consistenti, superfici importanti», ha sottolineato «sono caratteristiche che contraddistinguono quest'area e che sono ben note al legislatore e anche a Venezia: lo stesso Zaia mi ha sottolineato il tema della garanzia di servizi di qualità su tutto il territorio». «Veniamo scevri da pregiudizi e pronti all'ascolto. Pur avendo sempre operato in contesti urbani regionali e nazionali, per le lunghe frequentazioni nel territorio di Livinallongo le difficoltà del vivere nelle terre più alte mi sono comunque state mostrate da chi passa il tempo garantendo il presidio del territorio in situazioni complesse e disagiate». Se da un lato il direttore generale ha spiegato che la volontà dell'Usl 1 è di erogare servizi di qualità, dall'altro ha evidenziato che per patologie/interventi di una certa complessità serviranno «altri livelli di risposta». E per ortopedia? «Il protocollo d'intesa», ha spiegato Gidoni «è pronto già da fine 2015. Faronato non ha voluto sottoscriverlo per condividerlo col suo successore. Rasi comunque porterà a termine l'impegno».
Gianni Santomaso
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