Ratti nella casa di accoglienza

Tre denunce per le condizioni della strutura di Maniago gestita da coop bellunese

Un topo che sale sul letto mentre un ragazzo dorme, un altro roditore che scorrazza nella dispensa, escrementi di topo nella farina, nei sacchi di riso e nel pane appena impastato: è la situazione documentata dalle foto scattate da inizio mese da parte di Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi di Rete solidale nella casa occupata da 14 richiedenti asilo al Dandolo di Maniago. Casa gestita dalla cooperativa bellunese Sviluppo e lavoro che opera in associazione temporanea d’impresa con Nuovi vicini e garantisce accoglienza ai 14 ospiti del Dandolo.

La scoperta è avvenuta in modo casuale, come raccontano due volontari assieme ad altri componenti di Rete solidale. «Il 1º gennaio – racconta Lorena – io e Andrea abbiamo dato un passaggio a un ragazzo che doveva tornare al Dandolo. Una volta raggiunto il luogo ci ha invitato all’interno per un thé e ci siamo accorti della nidificazione massiccia e diffusa di topi. Abbiamo incontrato il presidente della cooperativa Nuovi vicini il 3 gennaio per chiedere un consiglio su come comportarci – riferiscono i due –. All’ufficio legale abbiamo inoltrato una mail di segnalazione corredata da 30 foto che, ci risulta, sia stata trasmessa alla prefettura, alla cooperativa Sviluppo e lavoro di Belluno e alla Coop Noncello».

L’8 gennaio è stata inoltrata una prima denuncia in Procura corredata da foto. Nel frattempo, anche l’ufficio igiene è stato informato, ma ancora nulla si muove. «Il 10 gennaio – continuano – depositiamo in Procura una seconda denuncia con le foto dei topi che camminano sulle lenzuola di un ragazzo. Dal 12 gennaio sono state installate nella casa del Dandolo trappole ed esche. A tutt’oggi alcuni topi muoiono dentro, altri all’interno delle farine e nei cibi di cui si nutrono i ragazzi: le loro feci continuano a essere sparse ovunque». E scatta la terza denuncia, segnalando che, a distanza di quasi due settimane, nell’abitazione continuano a scorrazzare grandi ratti che penetrano nel bagno del piano terra, e ancora i topi vanno a morire, dopo la somministrazione del veleno, nel forno, tra i mobili, nella farina, e le feci continuano a dilagare.

«La nostra preoccupazione per il rischio sanitario ci spinge pertanto a rendere pubblica la situazione», affermano. Della situazione è venuta a conoscenza anche una dottoressa di Maniago, Isabella Milan, medico condotto che ha ricevuto in visita uno dei ragazzi della casa del Dandolo. «Presentava dei dolori intestinali e febbre – sottolinea – e mi ha riferito della presenza dei topi. Il giorno successivo ne ho visitati altri due con gli stessi sintomi. Ho fatto un sopralluogo nell’abitazione e segnalato la situazione all’ufficio igiene dell’azienda sanitaria. I topi possono portare più di 30 patologie, anche gravi e possono essere un problema sanitario serio per tutta la comunità con cui vengono a contatto».

Gianfranco Borgato, amministratore unico della cooperativa bellunese Sviluppo e lavoro, sul caso dei topi non si nasconde e parla apertamente di una «situazione particolare» di cui si è interessato e per la quale ha messo in campo gli interventi per risolverla. «I topi sono apparsi nell’ultimo mese e mezzo – ha riferito –. Probabilmente si sono avvicinati all’abitazione per il freddo. Ma appena siamo venuti a conoscenza del problema ci siamo attivati contattando una ditta di derattizzazione e abbiamo avvertito l’ufficio d’igiene di Pordenone che lunedì effettuerà un controllo. Tutte le istituzioni, a partire dalla prefettura, sono state avvisate. Ora la situazione è sotto controllo». Come da accordi con la cooperativa, ogni pomeriggio un incaricato della ditta di derattizzazione si reca nella casa del Dandolo e verifica lo stato di fatto, risistemando le trappole se necessario e rimuovendo i cadaveri dei topi laddove ce ne dovesse essere qualcuno. «La cosa va migliorando – ha rassicurato Borgato –. E ci fa piacere che ci siano i controlli anche dal territorio: agiamo con la completa trasparenza». (l.v.)

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