Rave party annullato in Cajada, «Era solo un compleanno»

I genitori difendono i figli ed escludono ci fosse droga, ma solo popcorn
La zona di Cajada
La zona di Cajada
LONGARONE.
«Qualcuno ha mai visto un rave party dove i ragazzi si portano i dolci fatti in casa?». Basta questo a una delle madri dei giovani che hanno partecipato alle feste di compleanno in Cajada, per ridimensionare i controlli fatti sabati dalla polizia. «Non sono stati neanche perquisiti per verificare se avessero della droga in tasca», dice la donna. «E io non ho mai visto un rave con acqua minerale, torte e scatole di pop corn. La musica? A degli amici di Bologna avevano chiesto un regalo: che suonassero per i due festeggiati».

La squadra mobile ha fatto un blitz in Cajada pensando di trovarsi davanti a un rave party, ha controllato i presunti organizzatori, portandoli in questura per chiarire la vicenda.

Di fatto, più che di rave, si trattava di festa di compleanno: questa è la versione dei genitori, che si sono risentiti parecchio per la spiacevole situazione.

Le famiglie spiegano come sono andati i fatti, precisando che i loro figli sono bravi ragazzi. «Le casse erano sei, altro che 18 o 20 di grandi dimensioni, con consolle professionale», assicura una delle mamme. «Ne erano state scaricate due a terra, le altre erano all'interno del furgone. In quel momento è arrivata la polizia». «C'erano due compleanni nella casera che appartiene al genitore di un altro ragazzo», prosegue la disamina. «Gli amici dei festeggiati volevano regalare loro musica e così avevano contattato tre amici dj non professionisti, che si erano offerti di suonare gratis. Non mi risulta che il dj abbia detto di essere stato ingaggiato per un rave e personalmente non ho mai visto un rave per venti persone. In un'auto ho visto la torta al cioccolato fatta da una mamma: avete mai visto un rave con dolci preparati in casa o pop corn?».

Secondo la ricostruzione dei genitori, le persone in casera erano 17 (e altre 5 dovevano arrivare), quando è piombata la polizia: «Cinque amici di Padova e Bologna», continua la mamma di uno dei giovani, «avevano comprato parecchie confezioni di acqua, che in parte ho riacquistato io, poi c'era birra e non superalcolici, nonostante i ragazzi fossero maggiorenni. La droga? Come mai la polizia non ha perquisito nessuno? In Cajada c'erano 5 macchine e 17 ragazzi: a nessuno è stata rivoltata nemmeno una tasca dei pantaloni per verificare la presenza di stupefacenti. Come mai non viene controllata nemmeno la casera o chi ha avuto problemi in passato con queste storie?».

Tante domande quelle dei genitori: «I ragazzi sono rimasti in Cajada: la polizia poteva fare altri controlli nella notte ma non ne ha fatti. Vi pare un rave?». (cri.co.)
Argomenti:rave partydroga

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi