Razzie di videopoker: patteggiano
Raid nei locali pubblici del Cadore e del Comelico, tre moldavi hanno concordato la pena
CADORE.
Tre esponenti della «banda dei videopoker» hanno patteggiato ieri due anni di reclusione ciascuno. Andrei Grosu, Tudor Bakur e Nicolae Candu hanno chiuso la loro vicenda giudiziaria davanti al gup Federico Montalto. Per i primi due la pena è stata sospesa per il terzo è stata invece sostituita con l’espulsione. La vicenda risale ad un anno fa quando nella zone del Cadore e Comelico la banda imperversò in locali pubblici, concentrando la sua attenzione sui videopoker.
L’operazione “Las Vegas” dei carabinieri della compagnia di Cortina, coordinata dal capitano Filippo Vanni, si concluse con sei arresti e sette denunce a piede libero di altrettanti moldavi, residenti in provicia di Venezia, tutti riconducibili alla banda che dall’ottobre 2008 al gennaio di quest’anno mise a segno, tra Cadore e Comelico, 23 furti in bar e case. L’operazione «Las Vegas» scattò il 6 marzo scorso. Nove le abitazioni passate al setaccio tra Mestre, Zelarino, Spinea e Marghera. I sei furono rinchiusi nel carcere di Venezia. Le posizioni più gravi riguardavano proprio i tre moldavi che ieri hanno patteggiato: Nicolae Candu 24 anni, Tudor Bucur, 35 anni (titolare di un’impresa edile con ben 12 dipendenti) e Andrej Grosu, 28 anni (dal cui arresto, il 13 novembre, è partita l’operazione).
Per loro l’accusa era di furto pluriaggravato. Per possesso di passaporti contraffatti fu arrestato Constantin Bucur, fratello dell’impresario. Mihail Casu, invece, fu arrestato perché clandestino, mentre per ricettazione finì in manette Diana Maliga, 23 anni, nel cui garage era stato trovato gran parte del materiale rubato. Sette i denunciati a piede libero: tre per ricettazione, due per favoreggiamento, uno per immigrazione clandestina e uno per detenzione abusiva di munizioni.
Ventitrè i furti commessi tra bar, abitazioni e in automobili, che avevano fruttato una refurtiva del valore di 12mila euro tra caldaie da appartamento, motoseghe, navigatori satellitari da auto, autoradio, una motocicletta (trovata già smontata e pronta per essere spedita in Moldavia), targhe di auto, materiale da bagno e medicinali. Ieri la definizione processuale dei tre moldavi con le posizioni più gravi. Un successo, va detto, per l’inchiesta dei carabinieri della compagnia di Cortina.
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