Re Mida, nessun testimone su 15

Arriva un certificato per lombagia guaribile in tre giorni. Prescritta anche l’associazione a delinquere
Di Gigi Sosso

BELLUNO. Zero testimoni: tutto prescritto. Dovevano esserci i 15 testi delle difese, ma uno ha addirittura mandato un certificato per una lombalgia acuta guaribile in tre giorni. Con un sorriso amaro, il giudice Coniglio si è chiesta quale farmaco miracoloso possa prendere, per rimettersi così presto da una malattia tempestiva come un’udienza in tribunale. Quattro gli avvocati presenti, molti gli assenti: i difensori Mariangela Sommacal, Manola Lise e Massimo Montino per gli imputati Calvi, Genoria, Ceccherini, Di Vincenzo, Albertini, Biagi, Ilardo, Piaia e Ranzato e quello di parte civile Gianluca Nicolai per Unicredit.

I legali presenti hanno rinunciato a diversi testi, ma i sei delle difese Ceccherini e Biagi andranno comunque sentiti, nell’udienza che il Collegio Coniglio, Scolozzi e Cittolin ha fissato per il 15 febbraio, alle 11. Quando tutti i reati contestati, alla fine dell’operazione Re Mida, saranno inesorabilmente prescritti e il pm Marcon non potrà che concludere la requisitoria con una serie di richieste di non doversi procedere. Calvi, Genoria, Ceccherini e Di Vincenzo dovevano rispondere di associazione a delinquere finalizzata a false fatturazioni e reati fiscali, mentre Albertini, Biagi, Ilardo, Piaia e Ranzato solo di reati fiscali. L’associazione a delinquere si annulla a dicembre, mentre i reati meno gradi sono già carte da stracciare. I fatti sono avvenuti tra il novembre 2006 e il marzo 2008. Ieri uno degli imputati di seconda fascia si era anche presentato, ma di fronte al fatto che non c’era nessuno se n’è andato.

I quattro imputati risultavano gestori di società o imprese individuali, per conto delle quali simulavano tantissime operazioni commerciali farlocche, rimbalzandosi fatture e ottenendo denaro dall’istituto di credito, oltre che abbattere i ricavi. Chi emetteva la fattura (la cartiera) andava a debito d’Iva, ma tanto non la pagava, mentre chi la riceveva andava a credito ed era in grado di crearsi una riserva d’imposta. La merce non esisteva, come i capannoni e i dipendenti. Gli altri cinque erano dei prestanome.

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