Record Cnsas: 12 interventi in un giorno

I numeri del Soccorso alpino sono sempre molto importanti. Bristot: «Basterebbe un po’ più di rispetto per la montagna»
Di Gigi Sosso

BELLUNO. Dodici interventi in un giorno. Record. È successo anche questo al Soccorso alpino, in una giornata più impegnativa di tante altre. Si parla dei primi del mese, quando i soccorritori e l’elicottero del Suem 118 non hanno avuto tempo nemmeno per un panino o un rifornimento. Una delle ultime avventure, invece, è stata quella della Tofana di Mezzo, dove si erano perse due escursioniste tedesche. Fine lavoro alle 23.30: «C’è un po’ d’imprudenza e di scarso rispetto nell’affrontare la montagna da parte di queste persone», sottolinea il responsabile Cnsas, Rufus Bristot, «tanto per cominciare, perché di solito si parte prima se l’intenzione è quella di affrontare una ferrata. Strano dare l’allarme alle 18, perché a quell’ora bisognerebbe già essere rientrati. Questo ci ha costretti a far riaprire la funivia chiusa e a lavorare di notte, in un teatro già di per sé molto impegnativo. Ad ogni modo, è andata bene e fondamentalmente è quello che conta».

I numeri dell’anno. I dati dal primo gennaio a ieri parlano di 575 interventi per 622 persone recuperate e 2381 volontari impiegati. C’è una flessione rispetto al 2014, quando le partenze erano state 753 per 770 tolti dai guai: «Numeri sempre molto importanti e naturalmente condizionati dal tempo che fa. Meno anche i morti, che da 36 sono scesi a 27. Su questo, pesano coloro che decidono di togliersi la vita».

Il nuovo primato. In media, si effettuano più di due interventi quotidiani ma si è arrivati a punte ben più alta. «Ci siamo mossi su 12 contesti diversi e, comunque, siamo riusciti a cavarcela, grazie al grande impegno di tutti coloro che lavorano per il Cnsas. Naturale che, in queste occasioni, sei messo a dura prova, però in qualche maniera ce la fai, perché sai di poter contare su ragazzi non solo molto capaci, ma anche sempre disponibili. Gente che deve mettere in conto il fatto di operare anche in situazioni molto complicate, in particolare quando servono gli zaini e le corde, e non si tira mai indietro ».

Il disperso in Val di Gares. Il rammarico è per Luciano Bizzotto, l’escursionista vicentino di Rosà che non si trova più nel territorio di Canale d’Agordo: «Le ricerche proseguono, anche se non più in maniera organica come nei primi giorni. È stato ritrovato un cappellino, ma non crediamo sia di proprietà di Bizzotto. Anche qui ci abbiamo provato in tutte le maniere, anche con l’aiuto di altri soccorritori e di un buon numero di elicotteri, purtroppo non siamo ancora riusciti a trovarlo».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi