Recuperate a Vedorcia 38 pecore disperse, grazie al flauto magico del pastore Karl

PIEVE DI CADORE
Il flauto magico del pusterese Karl e le pecore di Vedorcia. Non è il titolo di una fiaba, ma una storia vera. Teatro del curioso episodio è la località Cavalet sul territorio di Pieve, tra Vedorcia e gli Spalti di Toro. È in quell’area che nei giorni scorsi si è smarrito un gregge composto da 38 pecore, la maggior parte delle quali di razza Juraschaf, caratterizzate dal tradizionale manto di colore marrone.
Il gregge, di proprietà dell’azienda pusterese Taferner, abita periodicamente i vasti pascoli di Vedorcia. Nel momento in cui era giunto il momento di riportarle a valle per metterle al riparo dalle avversità dell’inverno, però, pastori e proprietari non le hanno più trovate. Niente da fare, ricerche vane per più giorni fino all’arrivo della violenta ondata di maltempo che ha finito per peggiorare la situazione. Perché nel frattempo è venuta a mancare, travolta da frane e alberi, l’unica strada d’accesso alla frazione di Vedorcia.
Qui entrano in scena i cacciatori di Pieve, che conoscono a menadito il territorio. Insieme alla polizia provinciale hanno organizzato una prima, difficoltosa, spedizione volta al ritrovamento del gregge per il quale, a quel punto, si era temuta la strage. «Quando pensavamo di aver perso ogni speranza è arrivata un’illuminazione», racconta Ivano Marchetto, cacciatore di Pieve conosciuto da tutti come “Bano”, «abbiamo contattato Karl, un pastore della Pusteria, proprietario di alcune delle pecore presenti nel gregge. Quando erano con lui, le richiamava col suono di un flauto e con na serie di accenni vocali».
Appena le condizioni meteo lo hanno permesso, i cacciatori di Pieve, accompagnati da Karl, si sono ripresentati a Vedorcia, dove nel frattempo lo straordinario lavoro di un nutrito gruppo di volontari aveva permesso di riaprire, seppur solo parzialmente, la strada. Una volta giunti in quota, Karl ha iniziato a suonare il flauto e, come per incanto, il gregge è presto riapparso all’orizzonte fino a riunirsi con il pastore. «Le pecore, che si erano sistemate tra le creste e i boschi in un’area impervia sono tutte salve. Le abbiamo riportate a valle ed ora saranno ospitate in Comelico», ha concluso Ivano “Bano” Marchetto.
L’occasione ha riportato l’attenzione sul ruolo dei cacciatori, “sentinelle” del territorio. «In tanti ci vedono come persone spregevoli, ma i cacciatori di un tempo non esistono più», spiega Bano, «ci diamo un gran da fare per il bene del territorio effettuando controlli e interventi di manutenzione in occasione delle nostre periodiche uscite. Nei giorni scorsi abbiamo rimesso a posto la casera di Vedorcia il cui tetto in lamiera era stato danneggiato dal maltempo». —
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