Redditi, in calo la ricchezza del Cadore

L’anno d’imposta 2015 vede salire a 19.936 euro l’imponibile medio, Cortina si conferma la più ricca della provincia

BELLUNO. Cinquecento euro in più in tasca rispetto all’anno precedente. È quanto i contribuenti bellunesi hanno guadagnato - al lordo delle tasse - nel corso del 2015 e che hanno dichiarato al fisco nel 2016. Il reddito imponibile pro capite per i contribuenti del Bellunese ammonta infatti a 19.936 euro, 520 in più rispetto ai 19.416 dichiarati l’anno precedente. È una provincia leggermente più ricca - ma il cui reddito medio rimane sempre sotto quello della media nazionale, che è di 20.690 euro - quella fotografata dalle dichiarazioni dei redditi persone fisiche (Irpef) i cui dati aggregati sono stati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

LA MAPPA DEI REDDITI IN VENETO

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I dati provinciali. Il reddito medio, frutto di un calcolo basato sull’imponibile totale dichiarato e il numero di dichiarazioni arrivate, non è l’unico dato a salire. Nel 2015 i contribuenti sono stati 160.568, circa 2.400 in più rispetto all’anno precedente, per un imponibile totale di oltre 3 miliardi. Il dato preciso è di 3.145.590.342 euro di imponibile Irpef dichiarato per redditi derivanti da fabbricati, da lavoro dipendente, da pensione, da lavoro autonomo, di spettanza dell’imprenditore in contabilità ordinaria e semplificata e da partecipazione societaria. Una parte di tanta ricchezza va in tasse: l’imposta netta è stata di 584.354.505 euro. Il risultato è che il reddito medio pro capite è in rialzo del 2,6% anche se, rispetto alle dichiarazioni 2014, nel 2015 i premi di produttività sono tornati a tassazione ordinaria e fanno quindi parte del reddito complessivo.

Nullatenenti e Paperoni. Gli scaglioni di reddito raccontano quello che molte famiglie bellunesi vivono ogni giorno. Oltre 38 mila contribuenti, il 23,75% del totale, dichiarano un reddito inferiore ai 10 mila euro annui. Solo 275 in tutta la provincia hanno un reddito inferiore o pari a zero. La maggior parte dei contribuenti, il 37%, si colloca nella fascia 15-26 mila euro, il 20% arriva a 55 mila euro. I redditi sopra questa cifra sono esigui: i contribuenti che dichiarano somme più alte sono in totale 5.388, di questi 808 possono essere considerati i “Paperoni” della provincia con dichiarazioni sopra i 120 mila euro. La media pro capite rivela che, in questa categoria, c’è chi dichiara ben di più: il valore medio è infatti di oltre 218 mila euro l’anno.

Dipendenti e pensionati. Fanno ancora la parte del leone, contribuendo al benessere della provincia per oltre la metà dell’imponibile totale. Ma i lavoratori dipendenti, che hanno inviato oltre 83 mila dichiarazioni, sono tallonati dai pensionati, che ne hanno presentate 62 mila. I primi hanno generato un imponibile complessivo di 1.751.098.987 euro con una media di 21.029 euro pro capite. I pensionati si devono invece fermare a 15.608 euro a testa.

La classifica comunale. Cortina si conferma la Regina delle Dolomiti. Non solo per le meravigiose montagne dalle quali è attorniata ma anche per i redditi stellari che le garantiscono il primo posto nella classifica dei Comuni più ricchi. I suoi 4.808 contribuenti vantano un reddito pro capite di 24.010 euro. Una parte della ricchezza arriva dai fabbricati, che garantiscono un reddito medio doppio rispetto a quello della provincia (2.742 euro contro 1.259 euro). Gli 82 “Paperoni” che vi risiedono hanno un reddito medio di quasi 270 mila euro: una presenza che permette di scalare le classifiche del reddito bellunese. Al secondo posto si piazza Agordo, in perenne lotta contro Belluno per la medaglia d’argento. Quest’anno è andata all’Agordino con 23.377 euro contro i 23.294 euro di reddito pro capite del capoluogo. Belluno, città di dipendenti (14.685) e pensionati (10.827) non regge il passo con la culla dell’occhialeria. Voltago e Rivamonte Agordino si piazzano infatti al quarto e ottavo posto seguiti da Taibon aldecimo posto. Entrano in top ten anche Soverzene, Limana e Sedico. Al nono posto tiene la posizione San Vito ma è proprio il Cadore a soffrire maggiormente: Pieve di Cadore tallona Taibon all’11esimo posto, Domegge, presente nella top ten dello scorso anno, cala al 21esimo posto. L’ultimo posto va ancora una volta a Zoppè di Cadore mentre il neonato Comune di Val di Zoldo soppianta Forno di Zoldo nella penultima posizione.

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