Reddito d’inclusione 400 le domande inoltrate da famiglie in stato di indigenza

Sono i dati a livello provinciale presentati nell’incontro del Pd Nel distretto dell’ex Usl 1 hanno fatto richiesta 150 nuclei

belluno

Sono 400 le domande presentate da altrettanti nuclei familiari in provincia di Belluno per il reddito di inclusione sociale (Rei), provvedimento nazionale di contrasto alla povertà. Sono quindi 400 le famiglie in condizioni di indigenza che devono ricorrere a risorse esterne per provvedere ai propri bisogni.

Si tratta soprattutto di persone senza un lavoro, già note ai servizi sociali comunali.

Sul totale delle richieste, 150 risiedono nei 46 comuni del distretto di Belluno, tra cui rientra lo stesso capoluogo. Di queste domande, 70 sono state accolte, 36 respinte e una cinquantina sono in attesa di essere vagliate dall’Inps.

I dati sono emersi nel corso di un incontro organizzato dal Pd bellunese a cui ha partecipato anche la Cgil.



Partito il primo gennaio 2018, ma istituito con il decreto legislativo 147/2017 voluto dal governo di centrosinistra, si tratta di una misura nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Prevede un beneficio economico e un progetto personalizzato di inclusione lavorativa e sociale per i nuclei familiari che ne fanno richiesta. Il Rei è finanziato con un fondo ad hoc permanente.

Da oggi, primo luglio, il provvedimento diventerà strutturale e si baserà solo su parametri economici. «Il richiedente dovrà avere un reddito Isee al di sotto dei 6 mila euro», spiega Davide Noro, segretario Giovani democratici, «possedere immobili per un valore massimo di 20 mila euro, e un patrimonio mobiliare sotto i 10 mila euro». Inoltre dovrà risiedere nel comune dove presenta la domanda: può essere straniero con un regolare permesso di soggiorno o cittadino Ue. Per tutti vale l’obbligo di rimanere nel territorio di richiesta fino al godimento dell’intero beneficio.

Il richiedente deve presentare la domanda al Comune di residenza che la trasmette all’Inps, che la può accettare o meno. Una volta approvata la domanda, all’utente arriverà a casa una carta tipo bancomat che dovrà essere caricata con l’importo spettante direttamente negli uffici postali.

Ad oggi sono stati stanziati a livello nazionale 2,5 miliardi di euro, che saliranno a 3 miliardi nel 2020. Ma «è stata depositata una proposta di aggiungere altri 3 miliardi per giungere quindi a 6 miliardi e raggiungere tutti i poveri italiani», precisa il deputato Roger De Menech.



Il Rei viene concesso per un periodo non superiore a 18 mesi e potrà essere richiesto, eventualmente, dopo sei mesi dall’ultimo assegno.

L’indennità è mensile e viene erogata tramite una carta ad hoc rilasciata dalle Poste italiane. Va da un minimo di 150 euro mensili (per un nucleo di una sola persona) ad un massimo di 540 euro (per famiglie da 6 o più componenti). Per comprendere la valenza della misura in provincia si dovrà attendere la fine del 2018. —





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