Referendum, Bottacin (Lega): ecco perché voto quattro sì
«Io andrò a votare e voterò quattro sì», dice il presidente della Provincia di Belluno e dell'Ato dell'acqua Gianpaolo Bottacin, Lega Nord. E spiega perché ha deciso di non seguire le indicazioni all'astensione del centrodestra
Domenica e lunedì si vota per quattro referendum sui temi dell’acqua del nucleare e della giustizia ma serve almeno il 50% dei votanti
BELLUNO. Ancora scioccati dalle recenti sconfitte alle elezioni amministrative, i leader nazionali del centrodestra, Pdl e Lega Nord, cercano il riscatto invitando all'astensionismo ai referendum di domenica e lunedì. Ma si può considerare consenso il non voto? Più che un'indicazione politica, invitare a disertare le urne sembra una prova di impotenza, ma gli esponenti locali assicurano che non sono arrivati ordini dall'alto. «Io andrò a votare e voterò quattro sì», dice il presidente della Provincia e dell'Ato dell'acqua Gianpaolo Bottacin, Lega Nord. Perché? Partiamo dai due quesiti sull'acqua, scheda rossa. «Sono sempre stato convinto che l'acqua debba essere pubblica, cioè gestita da soggetti pubblici nell'interesse della collettività e della conservazione delle risorse. Ho anche agito in questo senso con i provvedimenti regionali sui canoni idrici e sull'aumento delle tariffe per le aziende che imbottigliano l'acqua minerale. In passato c'erano realtà di bacino più piccole e che funzionavano molto bene, come dove vivo io, in Alpago. Con la creazione di società rilevanti è capitato che le cose siano andate un po' peggio, ma è ovvio che società del genere abbiano bisogno di essere gestite bene, serve un approccio privatistico. Che l'obiettivo sia produrre reddito, o offrire un servizio, bisogna comunque gestire al meglio le risorse per ottenere i risultati. In ogni caso l'acqua, come l'aria, non può che essere di tutti». E la remunerazione del capitale? Eliminarla potrebbe creare problemi alle società di gestione del servizio idrico integrato che hanno costi imponenti? Scheda gialla. «No, non è un problema. Se la gestione dell'acqua è pubblica non cambia nulla e anzi favorisce il mantenimento del servizio in mano pubblica perché lo rende meno appetibile ai privati. La remunerazione del capitale è interessante solo ed esclusivamente per i privati. Potremmo fare un discorso tecnico lungo e noioso per spiegare come funzionano le cose ma, semplificando, si può dire che la tariffa dell'acqua viene calcolata sulla base di quattro parametri: togliendone uno non cambia nulla perché il calcolo viene ridistribuito su tre parametri». Scheda verde, legittimo impedimento del premier e dei ministri che siano imputati. «E' il quesito più semplice. Siamo tutti cittadini e la legge è uguale per tutti. Se hai altri impegni li sposti, oppure non vai in udienza, non è obbligatorio, un imputato può essere processato in contumacia». Scheda grigia, il nucleare. Sicuro di essere contrario alla costruzione di nuove centrali? «E' vero che la tecnologia fa passi avanti, ma non abbastanza e ci sono ancora problemi enormi irrisolti, come il post mortem degli impianti e lo smaltimento delle scorie radioattive. Si dice che tutti i Paesi sviluppati hanno il nucleare, ma nella realtà, a livello mondiale, qual è la copertura energetica data dal nucleare? Irrilevante. Per il futuro vale la pena di fare ricerca sulla fusione nucleare controllata a freddo, ma partire oggi con grandi investimenti a lungo termine e con tecnologie che tutti stanno abbandonando, non ha senso. Ciò che è successo in Giappone deve essere tenuto in considerazione, quello non è Terzo Mondo, il rischio zero non esiste e l'Italia è un paese sismico nella maggior parte del suo territorio. Infine non si può ignorare che le scelte di un Paese condizionano le scelte degli altri, le tecnologie di cui disponiamo oggi impongono molta cautela ed è esattamente quello che stanno facendo molti governi». Bossi dice che non andrà a votare. «Io credo che sia sempre opportuno andare a votare. E' un diritto e un dovere per ognuno di noi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video