Referendum e fascismi, l’Anpi in trincea

L’associazione scenderà in campo per il no alla modifica alla costituzione: «È un attacco alla democrazia»
Di Roberto Curto

FELTRE. Un referendum che puzza di attacco alla Costituzione e alla democrazia e la massima vigilanza sul riaffiorare dell'estrema destra: due temi non da poco che richiederanno il massimo dell'Anpi feltrina, riunitasi ieri in assemblea al Sole di Napoli per rinnovare il direttivo e stendere un'agenda delle cose da fare in questo 2016. In cima alla lista c'è la campagna per il no al referendum che dovrà decidere se dare il via libera alla riforma votata a maggioranza dal governo Renzi.

Una scelta di campo senza se e senza ma, con una sola preoccupazione: non essere accomunati a quei partiti di centrodestra che con motivazioni diverse porteranno avanti la stessa battaglia. Quel Senato storicamente immaginato composto da saggi e «ridotto a dopolavoro per consiglieri regionali» che perde il ruolo di contrappeso rispetto a una camera dei deputati che con la nuova legge elettorale consegnerà il Paese al primo partito votato nelle urne, va proprio di traverso ai vecchi e nuovi partigiani feltrini.

«Un attacco alla democrazia», questo il messaggio evidenziato in tutti gli interventi con l'analisi del sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, che ha colto il cuore del problema secondo il punto di vista dell'Anpi: «Questo referendum serve a togliere autorità e autorevolezza al parlamento. Resta la Camera che sarà in mano a pochissimi a causa di una legge elettorale che dà un premio di maggioranza che di fatto cancella le opposizioni e questo è un fatto gravissimo che restringe la rappresentatività. Lobby e potentati politici detteranno le leggi ancora di più di quanto già non accada oggi. Il senato era l'organo dove si dove mediare e cercare i numeri perché la maggioranza è sempre stata risicata. Così si cancella tutto».

Fare memoria attiva, cioè prendere spunto da ciò che è stato per agire nel presente, significa per l'Anpi schierarsi contro questo referendum: «Già adesso», ha aggiunto Paolo Perenzin, «si vede cosa succede in Europa dove la Banca Centrale, il Fondo monetario e una nazione dettano le regole. Non appena in qualche Paese si affaccia un partito o un movimento che spariglia questa concezione d'Europa ecco che scattano pressioni enormi. Sono convinto che l'Anpi sarà in prima linea».

Perché i valori della Resistenza e della Costituzione sono messi a rischio: «Bisogna crescere di numero alle manifestazioni che organizziamo», ha spiegato il presidente provinciale Anpi Giovanni Perenzin, «essere presenti e trascinare dietro di noi la società civile. Il 25 aprile, la rievocazione della Notte di Santa Marina e le tante altre manifestazioni che riguardano direttamente il Feltrino vanno celebrate con maggiore partecipazione anche dei soci. Ci vuole uno sforzo in più. Mi sono andato a rileggere il discorso di fine anno del presidente Mattarella e non ho trovato una sola sua parola sulla modifica alla Costituzione. Lui che dovrebbe difenderla per primo. Mi chiedo cosa ci sia dietro».

E poi ecco l'altro argomento caldo: i tentativi di infiltrazione in città dell'estrema destra con i gazebo promossi l'aprile dell'anno scorso in centro da Forza Nuova: «Non dobbiamo farci tirare nel loro gioco», ha ammonito il presidente provinciale Anpi. «Loro sono quattro gatti, ma cercano visibilità e con quello che è accaduto durante uno di quei sabati l'hanno ottenuta. Dimostrare che siamo la parte sana della società può contribuire a relegarli in un angolo».

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