Referendum, la sfida di Zaia: «Le cose vanno fatte bene»
BELLUNO. «Dandovi Franco Gidoni come sindaco, mi me cavo un polmon». Giornata di campagna elettorale per il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ieri ha raggiunto Belluno e il candidato della Lega Nord Franco Gidoni, la sua lista e numerosi militanti. «Gidoni è il consigliere regionale più presente, informato, preparato e attento. Ogni volta che gli ho chiesto di studiarsi un tema è stato preziosissimo. Fa onore al partito avere un consigliere come lui e sono qui per sostenere la sua candidatura a sindaco perché, anche se mi dispiace perderlo in Regione, Belluno è molto importante per noi». Zaia invita tutti i bellunesi ad andare a votare, dopo essersi informati sui programmi dei candidati: «Con domande precise ad esempio sugli immigrati, visto che 8 su 10 non scappano da guerre e fame. Il sindaco e i vigili sono il primo presidio di un territorio a garanzia della sua sicurezza. Nel Veneto ci sono 175 mila disoccupati, il 10% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Se c’è un’opportunità di lavoro e di aiuto, prima vengano i bellunesi».
Chiusa la parentesi elezioni, Zaia torna sull’argomento più caldo, il referendum per l’autonomia, sul quale il presidente dà ampia apertura: «La causa dell’autonomia trova sempre le porte aperte con me. Palazzo Piloni lo ha lanciato come provocazione ma noi non la cogliamo, anzi. Sono d’accordo con il referendum e anche con l’election day (in contemporanea con quello veneto del 22 ottobre). L’importante è che il quesito sia costruito in modo inattaccabile e che venga costituita la commissione che lo legittimerà. Le cose vanno fatte seriamente e se tutto sarà pronto nei tempi giusti (io ci ho messo due anni, qui si vuole fare in due mesi), lo accoglieremo. Venezia non farà come Roma, però Belluno non creda che la causa dei suoi mali sia la Regione, perché la legge 25 è in gran parte già stata applicata (politiche transfrontaliere, urbanistica, risorse energetiche, viabilità e trasporti, attività economiche). Chiaramente dev’esserci coerenza: se vuoi le competenze devi prenderti anche il personale, onori e oneri».
Zaia ricorda anche che, mentre i trasferimenti dello Stato alla Provincia calavano da 28 milioni a 62 mila euro, la Regione li aumentava da 17 a 38 milioni di euro: «Se il Veneto diventerà autonomo, ci sarà benessere in tutti i territori».
Inevitabile pensare alle strade: «Lo Stato (attraverso Anas) ci ha proposto di prendere in gestione 671 km di nostre strade. Io dico il contrario, dateci i soldi che ce le gestiamo noi, facendo una società con Anas. Non c’è coerenza nell’idea della Provincia di Belluno che vuole l’autonomia e poi dà le strade a Roma». Il presidente torna poi sul Treno delle Dolomiti: «Lo studio di fattibilità è pronto con due soluzioni che l’assessore De Berti discuterà con i sindaci. Si va avanti, è una partita che possiamo affrontare», ma sulle promesse di elettrificazione fatte dal ministro Delrio, Zaia avverte: «I treni a idrogeno funzionano benissimo, non vorrei che l’elettrificazione arrivasse a tecnologia superata».
Infine le banche: «C’è un disegno per far fuori le banche venete. Qui zero aiuti, mentre a Mps miliardi per il salvataggio. Queste è una tragedia che rende nulla la credibilità del Paese. Le banche venete vanno salvate altrimenti andrà in crisi tutto il territorio».
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