Referendum per il Veneto indipendente, bufera su Zaia

Dal Pdl al Pd un coro di no: «La consultazione è inutile e sbagliata, questa regione ha bisogno di più autonomia e risorse»
CARRAI - CONSIGLIO REGIONALE AL BO. CARRAI - CONSIGLIO REGIONALE AL BO
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VENEZIA. Il Veneto non è la Scozia e non riuscirà ad esprimere, attraverso un referendum, la sua voglia di indipendenza. Il parere giuridico formulato dall’ufficio legislativo del consiglio regionale è ancora sotto chiave ma questo, in sostanza, dice. La richiesta sottoscritta dal governatore Luca Zaia al presidente del consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato, di disporre di un parere giuridico sull’argomento, rivelata ieri dal nostro giornale, ha suscitato un’ondata di reazioni e commenti.

Per molti, venetisti irriducibili, il governatore ha fatto bene ad «esplorare» anche questa strada, pur sapendo che si tratta di un’ipotesi non praticabile perchè la Costituzione, al riguardo, è chiara: «L’Italia è una ed indivisibile». Flavio Tosi, che pure non critica Zaia, invita a guardare oltre il referendum («Cosa pensano i veneti lo sappiamo già») e ad impegnarsi per contrattare maggiori autonomia e risorse per le regioni settentrionali. Ma per il resto è un coro di no, dai toni più o meno infastiditi. Anche perché l’iniziativa di Zaia è apparsa come un tentativo della Lega di appropriarsi della questione indipendentista a scapito dei movimenti separatisti veneti, potenzialmente pericolosi perché capaci di erodere consenso al Carroccio in un momento particolarmente delicato per il partito di Maroni.

Marino Zorzato, vice presidente della giunta regionale ed esponente del Pdl, non ha smanie autonomiste: «Ogni partito persegue le proprie strategie. Noi del Pdl ci vedremo oggi a Verona per ragionare sulla questione settentrionale. É il percorso che abbiamo scelto, pragmatico e concreto. La questione dell’indipendenza affiora in maniera ricorrente, ma noi pensiamo che i cittadini abbiano bisogno di risposte concrete e in tempi brevi. I cittadini mi chiedono di lavoro, crisi, impresa, non di indipendenza del Veneto dall’Italia». Traduzione: basta inseguire i sogni.

Tranciante è il Partito Democratico, che archivia l’attivismo di Zaia come un’operazione di facciata: «Inseguire l’indipendenza del Veneto dal resto d’Italia è semplicemente l’esatto contrario di ciò che va fatto in questo momento – commenta Laura Puppato, capogruppo del Pd in consiglio regionale –. Agitare questo tipo di autonomia, oltre ad essere pura illusione, alimenta aspettative sbagliate e antistoriche. Il Veneto deve confrontarsi con l’Italia e con l’Europa, contrattare maggiore autonomia dentro a un percorso ordinato. E lavorare con le altre regioni, come stanno facendo Lombardia e Friuli. Invece, proprio Zaia appare assente su questo fronte».

Una «sparata» la definisce Claudio Sinigaglia, consigliere regionale del Pd: «Zaia non è mai stato il governatore di tutti i veneti. È il governatore dei leghisti e dei leghisti indipendentisti. A loro cerca di dare risposte, di scusarsi se non può ottenere il referendum. Questo è il sapore della richiesta al presidente del consiglio regionale se sia possibile il referendum consultivo per ottenere l’indipendenza del popolo veneto e l’istituzione del Veneto quale stato sovrano indipendente. Invece di guardare avanti, guarda indietro. Invece di collocarci in Europa, ci colloca fuori. Le sue affermazioni sono gratuite e gravissime, di rottura politica, che lo collocano tra i fautori della distruzione del tessuto sociale».

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