Referendum, quasi 100 mila bellunesi hanno detto Sì SPECIALE

Quorum raggiunto anche in provincia di Belluno per i quattro quesiti referendari, con la percentuale di votanti che si attesta intorno al 58 per cento. Nel capoluogo si supera addirittura il 59%
SPECIALE L'affluenza e i risultati in provincia | Belluno | Feltre
BELLUNO.
Quasi 100 mila bellunesi hanno detto sì, quattro volte. La provincia di Belluno conferma il dato nazionale sui referendum abrogativi e supera il quorum con oltre il 57% dei votanti. Com’era prevedibile è netta la vittoria dei sì, anche se non manca qualche lieve distinguo.

Dopo aver chiuso la prima giornata di voto con una partecipazione del 43%, ieri molti altri bellunesi hanno voluto dire la loro e basta guardare il lavoro fatto dall’ufficio elettorale del Comune di Belluno per averne un’idea: ieri mattina, tra le 8 e le 13, sono state stampate 129 tessere elettorali, 907 dall’inizio della settimana. Nel complesso sono andati alle urne 98.507 bellunesi su 170.053 aventi diritto. Chi ha votato all’estero rientra in un conteggio separato, ma 31 emigranti nelle settimane scorse hanno optato per tornare e recarsi ai seggi di casa.

Quasi irrilevanti le differenze nel quorum dei quattro quesiti: il maggior successo appartiene al primo referendum, quello sulla gestione dei servizi pubblici locali a rilevanza economica, con il 57,93% dei votanti; seguito dal secondo quesito sull’acqua (remunerazione del capitale) col 57,89% (64 persone in meno); il nucleare ha attratto il 57,76% degli elettori e infine il legittimo impedimento si è “fermato” al 57,70%. In definitiva solo 394 cittadini hanno selezionato le schede.

La mappa del voto però descrive una provincia con differenze notevoli. Il primo quesito, infatti non ha raggiunto il quorum in 19 comuni, mentre in altri 28 è stato superato il 60% dei votanti. Il secondo e il terzo quesito hanno visto 20 comuni sotto il 50% e al quarto referendum l’astensione ha vinto in 22 comuni. Vodo di Cadore e Falcade sono le località dove il quorum è stato superato solo parzialmente.

A Belluno città gli elettori andati alle urne sono stati oltre il 59%, a Feltre il 61%, ma l’affluenza è stata elevata anche a Castellavazzo (oltre il 65%), in tutto l’Alpago (solo Tambre resta sotto il 60%), in Valbelluna (da Sedico a Quero il dato è sempre sopra il 60%), con il record positivo di Soverzene (76,09%) e Ospitale di Cadore (71,78%).

E’ la parte alta della provincia, in particolare il Cadore, ad indossare la maglia nera: da Cortina (41,52%) a San Nicolò Comelico (48,34%), mentre era inevitabile l’esito negativo dello Zoldano, dove gli emigranti dei tre Comuni pesano, ma i dati dell’affluenza si discostano di poco rispetto alle elezioni amministrative di un mese fa. Su tutti, il paese dove si è votato di meno è stato Zoppè di Cadore, bloccato al 35,78%, ma nessun altro è sceso sotto il 40%.

L’espressione di voto, seppur scontata, è interessante nelle sue modeste variazioni: come detto il sì è largamente prevalente, ma su tutti vince la scheda gialla, cioè il secondo quesito sull’acqua. Ha detto no alla remunerazione sul capitale (mettendo una croce sul sì) il 96,26% dei votanti. Il primo quesito ha ottenuto il 95,9% di sì, l’ultimo sul legittimo impedimento il 94% circa, mentre è il nucleare a registrare il dato più basso con il 93,29% dei sì.

Nel pomeriggio di ieri è scattata la festa a Belluno e a Feltre con i comitati referendari che si sono impegnati per ben due anni. Da oggi però la tensione resta alta, perché entro fine mese si decidono la nuova bolletta dell’acqua e la futura governance di Bim Gsp.

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