Referendum: quattro quesiti in attesa del quorum
Acqua, nucleare, giustizia uguale per tutti: le norme da abrogare e gli schieramenti
BELLUNO. Tra poco più di una settimana tutti gli italiani sono chiamati alle urne per esprimersi su quattro quesiti referendari fondamentali per il futuro del Paese. Si parla di nucleare, acqua e giustizia, e in ballo ci sono sicurezza, diritto di accesso ai beni primari e parità di trattamento dei cittadini di fronte alla legge. Si vota il 12 e il 13 giugno, dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Affinché il referendum sia valido, deve recarsi alle urne il 50% più uno degli aventi diritto al voto. Per questo motivo, cioè per raggiungere il quorum necessario a rendere efficace il voto, è necessario che tutti vadano a votare. Se vince il sì, vengono abrogate le norme sottoposte a referendum, se vince il no, rimangono in vigore le norme oggetto del quesito. L'elettore ha la facoltà di votare per uno o alcuni dei quesiti referendari, cioè può accettare tutte le schede o rifiutarne alcune. Primo quesito. Scheda rossa: modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il quesito prevede l'abrogazione delle norme del decreto Ronchi che prevedono l'obbligo di gara per affidare la gestione (non la proprietà, che resterebbe pubblica) dei servizi pubblici locali a operatori pubblici, privati o a società miste dove il capitale privato non è inferiore al 40%. E' il primo dei due quesiti sull'acqua, ma la legge si riferisce anche agli altri servizi pubblici. Secondo quesito. Scheda gialla: determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Il quesito propone l'abrogazione della norma che stabilisce la determinazione della tariffa per l'erogazione dell'acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione (una percentuale di guadagno oltre al costo) per il capitale investito dal gestore. Terzo quesito. Scheda grigia: nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Il quesito propone l'abrogazione delle norme che prevedono la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare. Il testo del quesito è stato modificato dalla Corte di Cassazione due giorni fa per tenere conto del decreto moratoria. Il referendum sul nucleare dunque è confermato. Quarto quesito. Scheda verde chiaro. Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del presidente del consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale. Il quesito propone l'abrogazione delle norme che consentono agli esponenti del governo di non presentarsi in aula se hanno "altri impegni" istituzionali. I partiti. I referendum rappresentano uno dei momenti di più alta democrazia, perché consentono ai cittadini di esprimersi direttamente sulle leggi prodotte dal Parlamento. La decisione dunque dovrebbe essere personale e presa in coscienza, ma i partiti hanno espresso una loro posizione, anche se qualcuno è ancora indeciso sull'indicazione di voto più "conveniente" da dare ai suoi elettori. Si sono schierati per il sì a tutti e quattro i quesiti: l'Italia dei Valori, il Pd, i Verdi, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione e Comunisti italiani e Radicali. Lasciano invece ai loro elettori libertà di voto: il Pdl, l'Udc e Futuro e Libertà; mentre la Lega Nord è ancora incerta. In realtà singoli esponenti politici dei partiti di centrodestra non esposti hanno già espresso il loro parere e la Lega deciderà a breve. Bossi ha definito i quesiti "attraenti".
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