Regalava i pasti della casa di riposo Majoni

Lo chef e un’ex dipendente del Comune di Cortina a processo per l’ipotesi di reato di peculato L’uomo si sarebbe anche appropriato di generi alimentari che avrebbe dovuto cucinare per gli ospiti

CORTINA. Pasti a sbafo in casa di riposo. Un cuoco della cooperativa consorzio Sacs e un’ex dipendente del Comune di Cortina sono accusati di peculato, sulla base di un esposto anonimo piovuto nella cassetta della posta della procura della Repubblica. Quella della segnalazione senza una firma in fondo al foglio non è nuova, all’ombra del Cristallo.

I pranzi mangiati e non pagati e gli ammanchi di generi alimentari nella mensa della stuttura per anziani intitolata al dottor Angelo Majoni sono stati contestati nei quattro anni tra il 2012 e il 2015; le indagini sono state coordinate dall’allora procuratore capo Pavone. Ma, dopo il suo pensionamento, il fascicolo è stato ereditato dal sostituto Faion, che ieri ha sostenuto l’accusa.

Il cuoco è difeso da Monica Barzon e Mauro Gasperin, l’ex dipendente comunale da Stefano Zallot e Sandra Constantini. Entrambi sono stati rinviati a giudizio dal gup Sgubbi e hanno scelto di essere giudicati nel rito abbreviato che sarà celebrato il 3 novembre. Non ci sarà bisogno di sentire testimoni, ma tutto si svolgerà sulle carte del pubblico ministero. Intanto, ieri il Comune di Cortina si è costituito parte civile con un avvocato del foro di Pordenone. È l’anticipazione inequivocabile di una richiesta di risarcimento danni, che non è stata ancora quantificata. Non si sa di preciso nemmeno il numero delle pietanze o dei generi alimentari che sarebbero stati consumati o trafugati.

In quegli anni, il Comune di Cortina aveva affidato alla Sacs il servizio mensa della struttura, che funziona sia come casa di riposo che come centro diurno per gli anziani non autosufficienti. La colazione delle 7.30, il pranzo delle 11.30 e la cena delle 17.45 erano garantiti a tutti gli ospiti che pagavano la retta mensile; ma, da quanto è emerso ieri, c’era anche la possibilità di usufruirne a pagamento. Massima digeribilità e quantità ridotta di sale e altri condimenti, viste le caratteristiche dei commensali. Lo chef ha ormai passato i 50 anni ed è accusato di aver passato gratuitamente un certo numero di pasti a una donna del 1972, che non li consumava nel refettorio, ma se li portava a casa, anche per condividerli con i familiari. Per questo motivo, entrambi sono stati indagati per peculato in concorso. L’udienza si è svolta in camera di consiglio e non si conoscono le loro generalità.

Ma l’uomo è accusato anche di essersi appropriato di generi alimentari, dei quali aveva la disponibilità, ma che avrebbe dovuto cucinare agli ospiti. In questi mesi, i difensori degli imputati hanno svolto delle indagini difensive e sarebbero in grado d’individuare con ragionevole certezza l’autore dell’esposto. Ma intanto dovranno cercare di smontare l’accusa.

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