«Regalo Palazzo Minerva al Comune di Belluno»
Miari Fulcis conferma le voci. La storia degli ultimi anni e la rinuncia della Provincia: «Costi alti e responsabilità»
BELLUNO. «Vi regalo Palazzo Minerva». Sono passati otto anni dall’ultima volta che lo storico edificio di via Mezzaterra ha ottenuto risalto dalle cronache locali, ma la proprietà non ha abbandonato l’idea di un «recupero collettivo». Durante la campagna elettorale, uno dei candidati ha riportato Palazzo Minerva all’ordine del giorno e la proprietà conferma: «Vogliamo donarlo al Comune», spiega Damiano Miari Fulcis, che immagina il futuro del Minerva come un’espansione di Palazzo Crepadona, visto che i due edifici sono molto vicini e: «Si potrebbe costruire un ponte di collegamento che amplierebbe notevolmente gli spazi della Crepadona».
In passato, fino agli anni Ottanta, il Minerva ospitava un locale molto frequentato dai giovani, chiuso però in quel periodo. Subito dopo il palazzo divenne la sede di Telebelluno, che vi rimase fino al suo trasferimento in Piazza Piloni e a quel punto, vent’anni fa, Palazzo Minerva rimase disabitato. La proprietà già allora era di un gruppo di soggetti riuniti nella società “Casino della Minerva”. Il palazzo fu anche oggetto di una causa civile tra i soci e un privato che ne rivendicava l’usucapione.
Nel frattempo l’edificio è rimasto inutilizzato: «Con il passare degli anni», racconta Miari Fulcis, «nella società siamo rimasti in tre e io sono il presidente, con mandato di trasferire il bene. Noi non ce la siamo sentita di affrontare il restauro, metterlo in vendita non dava garanzie e alla fine abbiamo pensato che poteva essere bello restituire il Minerva alla collettività».
Nacque così l’idea di stringere un accordo con l’ente Provincia, attraverso un contratto che fu firmato nel marzo del 2009. In quel periodo il presidente della Provincia era Sergio Reolon e l’assessore alla cultura era Claudia Bettiol: «Il contratto era di cessione in comodato d’uso per 99 anni», ricorda Bettiol, «con l’accordo di procedere al restauro entro cinque anni. Il palazzo non è grandissimo e allora non si presentava in cattive condizioni, ma c’erano comunque lavori consistenti da fare. Reolon avviò la ricerca di finanziatori, partendo dalla Fondazione Cariverona, ma stiamo parlando di un periodo precedente al recupero di Palazzo Fulcis, che ha visto un intervento importante da parte della Fondazione». La stima approssimativa, fatta nel 2009, prevedeva un impegno di spesa di 2 milioni di euro per i 450 metri quadrati dell’immobile distribuiti su tre piani.
Poco dopo l’amministrazione provinciale cambiò, così come gli scenari dell’ente e, fatte le valutazioni del caso, il neo presidente Gianpaolo Bottacin decise di restituire il bene alla società: «Ristrutturare Palazzo Minerva rappresentava un investimento troppo impegnativo e non sapevamo se e quando saremmo riusciti a trovare il denaro necessario», ricorda Bottacin. «Nel frattempo, se un calcinaccio avesse ferito qualcuno, la responsabilità sarebbe stata della Provincia e non si poteva esporre l’ente a un tale rischio».
Ora Miari Fulcis spera nel Comune, rilanciando il restauro di Palazzo Minerva come espansione della Crepadona.
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