Regione ed Ente Parco contro la Eva Valsabbia
GOSALDO. Regione e Parco contro Valsabbia. Il Comune di Gosaldo rimane invece alla finestra con vista su località Canale del Mis-Col del Pit, e lo stesso discorso vale per la Provincia.
Aperto il processo sui presunti abusi (edilizio e ambientale) nella costruzione della centrale idroelettrica in Valle del Mis. Sono alla sbarra il bresciano Pietro Bonomini, come amministratore delegato di Eva Valsabbia; il coneglianese Dario Mattiuzzo, nella sua qualità di direttore dei lavori e l’altoatesino Georg Niederkofler, amministratore delegato di Alpenbau, l’impresa che ha eseguito i lavori nell’impianto.
Si parla di una pista realizzata per sistemare i tubi di adduzione dell’acqua della centrale; di un paio di sezioni del progetto definitivo, che corrispondono a mappali intestati dal Comune “per la frazione di Tiser”; terreni invasi anche arbitrariamente perché usi civici, secondo la magistratura, che aveva aperto un’inchiesta nell’agosto 2012.
I tre devono rispondere della parziale difformità dei lavori rispetto a quanto autorizzarono le delibere regionali e i pareri di valutazione di impatto ambientale, tra l’altro in una zona caratterizzata da più vincoli e tutele paesaggistiche. Secondo punto: l’aver proceduto con ruspe e motoseghe in territorio del Parco delle Dolomiti Bellunesi senza il nulla osta dell’ente. Terzo addebito l’invasione arbitraria di terreni demaniali: l’area che avrebbe ospitato questa parte di condotta di adduzione della centrale è destinata a uso civico.
La Regione si è costituita parte civile con l’avvocato Bosio e il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi ha fatto la stessa mossa con il collega Viel. La seconda anticipazione della richiesta di risarcimento danni è stata contestata dal difensore di Bonomini e Mattiuzzo, Casciarri, che ha eccepito il fatto che dovrebbe essere il presidente del Parco in persona a costituirsi e non il vice, Zaetta. Ma l’eccezione è stata istantaneamente respinta dal giudice Coniglio, senza nemmeno chiudersi in camera di consiglio, dopo che Viel aveva argomentato che non solo un presidente non c’è da due anni, ma agli atti esiste una nota ministeriale e il Tribunale di Belluno ha già dato il proprio via libera in altri processi: in definitiva, il vice ha gli stessi poteri del suo superiore, a maggior ragione se questo non c’è.
Il pubblico ministero Tricoli ha presentato una lista da 17 testimoni che sono stati ridotti a sette. All’ultimo momento, uno è stato sostituito con un altro. La prima udienza del dibattimento è stata messa in calendario per il 25 ottobre, davanti al giudice Riposati.
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